Francesco Cavina dimesso, il retroscena. "Lettere anonime in Vaticano"

Don Ermanno Caccia, che firmò l'articolo pro-Salvini: "La 'cricca' ha usato quel polverone per screditarlo con Francesco"

Monsignor Cavina con papa Francesco (foto Fiocchi)

Monsignor Cavina con papa Francesco (foto Fiocchi)

Carpi (modena), 27 giugno 2019 - Don Ermanno Caccia da una parte, e don Antonio Dotti dall’altra. Sono gli ‘antagonisti’ dell’ ultima vicenda che ha gettato nella bufera la diocesi di Carpi e che ha condotto alle dimissioni di don Caccia, parroco della frazione di Mortizzuolo di Mirandola, dal ruolo di direttore del settimanale Notizie. Questo, naturalmente, prima delle dimissioni choc di monsignor Francesco Cavina.

«Il Popolo ha scelto uno fidato», aveva scritto don Caccia in un suo editoriale pro Lega, indicando in Matteo Salvini il politico ideale. Le tante proteste che ne erano seguite l’avevano portato alla decisione di lasciare il settimanale della diocesi e il suo ruolo nell’ufficio stampa. Un fatto, quest’ultimo, balzato sulle cronache nazionali, tanto che don Ermanno è già stato contattato da alcuni quotidiani che lo vorrebbero come giornalista. Di lui, da sempre considerato un ‘prete scomodo’, anche quando era nella diocesi di Bergamo, fortemente voluto dall’amico monsignor Cavina per raddrizzare la parrocchia frazionale, molti ne apprezzano la sincerità e la trasparenza, ma nella sua Mortizzuolo non manca chi gli muove guerra da mesi.

Ieri il parroco sul suo blog ha manifestato tutto il suo dolore per le dimissioni del fratello, amico Francesco. Del perché dell’addio, don Caccia commenta: «Forse ha in parte inciso la vicenda, ma soprattutto le intercettazioni e l’indagine. Tuttavia, la questione parte da lontano. La ‘cricca’ dei benpensanti ha sempre criticato ogni gesto, decisione e parola del Vescovo. Sapevamo delle lettere anonime di discredito inviate in Vaticano al Papa. Anche per quanto riguarda la vicenda del mio editoriale, la ‘cricca’ ha cavalcato il polverone per addossare la colpa politica al Vescovo Cavina. Mi spiace tantissimo che se ne vada, ma forse – conclude don Ermanno – è stato mal consigliato in questi ultimi mesi. Poteva restare, la maggior parte è con lui, anche se non sono mancati preti che remano contro. La diocesi è spaccata, e speriamo di finirla con queste polemiche gettano fango sulla Chiesa».

Don Antonio Dotti si dice profondamente dispiaciuto. «Sono in campeggio con i ragazzi e nessuno mi aveva informato. La vicenda di Notizie a mio parere non ha influito sulla decisione di monsignor Cavina, piuttosto la gogna mediatica subita, quella sì e tanto. Ci aspettiamo che qualcuno gli chieda scusa, un gesto dovuto. E’ un gran peccato che se ne vada, poteva restare e continuare a fare il tanto bene che aveva fatto finora. Preghiamo per lui. Noi sacerdoti lavoriamo tutti per lo stesso ‘Padrone’».