Francesco Spadavecchia morto a Carpi. "Avevamo tanti sogni insieme"

Si è schiantato contro una rotonda, aveva 31 anni. Lo strazio della fidanzata: "Aveva comprato l’automobile un mese fa"

Francesco Paolo Spadavecchia è morto a 31 anni

Francesco Paolo Spadavecchia è morto a 31 anni

Carpi (Modena), 31 agosto 2020 - Una vita piena di progetti, il grande amore della sua vita, il forte desiderio di una famiglia, il lavoro ripreso dopo il lockdown, la macchina nuova. Tutto si è frantumato in pochi istanti: quegli stessi in cui l’Alfa Romeo grigia su cui viaggiava è andata a collidere a livello della rotatoria di via Griduzza, sulla tangenziale 12 luglio 1944, che collega Carpi a Cortile.

Francesco Paolo Spadavecchia, è morto così, sul colpo, nella notte tra sabato e domenica, mentre pioveva. Il giovane, 31 anni, era originario di Manfredonia in Puglia, ma da parecchi anni si era trasferito con i genitori e il fratello a Carpi. Qui viveva con Cira: dopo quasi 10 anni di fidanzamento, i due giovani convivevano già da cinque anni. Il terribile schianto è avvenuto poco dopo mezzanotte e poco lontano dall’abitazione di via Statale Motta: dopo una serata passata con amici che lo avevano riaccompagnato a casa, Francesco aveva preso la macchina per raggiungere un altro amico.

Per questo stava andando da San Marino verso Carpi: per cause in corso di accertamento da parte della Polizia locale, all’altezza della rotatoria di via Griduzza il giovane ha perso il controllo della macchina e, anziché seguire la strada, è proseguito dritto, impattando con gli alberi della rotatoria. Lo schianto non gli ha lasciato scampo: il mezzo si è più volte ribaltato su se stesso finendo la corsa contro la vegetazione. Immediati i soccorsi, allertati da altri automobilisti che hanno assistito alla scena: sul posto, oltre alla polizia locale, sono giunti il 118 e i vigili del fuoco, ma ogni tentativo di soccorso è stato vano.

«Non esistono parole per descrivere questo dolore - racconta la compagna -. Ad avvertirmi è stato un amico: mia mamma è venuta a prendermi a casa ma non voleva dirmi nulla. Ma io già sapevo, e infatti sono crollata, a tal punto che mamma ha dovuto portarmi al pronto soccorso. Una volta ripresa, le ho chiesto di portarmi sul luogo dell’incidente, volevo andare da lui. Ci conosciamo fin da piccolini ed eravamo pieni di progetti, per mettere su famiglia. Francesco lavorava alla Metro di Modena, come scaffalista notturno. Insieme avevamo affrontato anche il pesante periodo del lockdown dovuto al Covid 19: lui era stato messo in cassa integrazione, ma da luglio aveva ripreso il lavoro. Era un periodo felice per noi: la nostra casa insieme. Poi lo scorso anno lui ha preso la patente e solo un mese fa era riuscito ad acquistare la macchina nuova di cui era tanto orgoglioso». 

Quella macchina di cui ora resta ben poco e dentro la quale Francesco ha trovato la morte. Sul luogo ieri notte sono giunti anche il padre e il fratello della vittima, prima che la salma venisse trasportata via dagli uomini delle onoranze funebri del Comune. L’auto è stata portata invece col carroattrezzi nella sede del soccorso stradale Ferrari di Carpi. «Un bravissimo ragazzo, bravissimo – continua a ripetere il vicino di casa dei due giovani. – Non riesco a credere che sia successo davvero».