Spazzare via la malinconia di questa pausa per le nazionali, per i tifosi del Sassuolo, diventa un imperativo categorico. Due vittorie e cinque gol per gli azzurri contro Francia e Israele, ma quelli segnati da Davide Frattesi e Giacomo Raspadori (tre: il centrocampista in entrambe le partite, la punta solo contro i francesi), da queste parti hanno lasciato il retrogusto amaro di ciò che è stato e non è più. Era così anche la scorsa stagione, ma in A fa meno male, mentre oggi è diverso: si tratta solo di suggestioni, però appunto questa pausa ambivalente ha ricordato a tutti che il percorso era ed è stato quello giusto, anche se il presente, apparentemente, questo aspetto lo contraddice. Oltre a Frattesi e Raspadori c’era anche un altro ex neroverde, Pellegrini, che la Roma decise di lanciare in quello che, evidentemente, era il luogo giusto: Sassuolo lo è stato a lungo, e l’obiettivo è quello che torni a esserlo, e per far sì che ciò accade diventa necessario affrancarsi quanto prima da un pantano pericolosissimo qual è la Serie B. Frattesi, intanto, è una voce a bilancio del Sassuolo di oggi, perché la formula utilizzata nel luglio 2023 per la cessione del centrocampista all’Inter – molto simile a quelle che avevano portato Locatelli alla Juventus e Raspadori al Napoli – prevedeva il pagamento del riscatto (obbligo scattato lo scorso febbraio) proprio questa estate, e stiamo parlando di una cifra di circa 27 milioni, alla quale vanno aggiunti i bonus, circa 5, e quanto sia importante, dopo una retrocessione, un ingresso del genere è piuttosto intuitivo.
Parliamo dunque di grandi rivalutazioni, situazioni che in Serie B diventa pressoché impossibile replicare, se non in scala. Peraltro, figlia di quell’operazione è la presenza nell’organico neroverde odierno di Samuele Mulattieri, e va ricordato che il giorno in cui l’Inter deciderà di cedere Frattesi, una percentuale giungerà al Sassuolo. In tema di rivalutazioni, la cadetteria, che il giocatore già conosce, dovrebbe essere l’ambiente migliore per provare a ottenere il meglio proprio dall’attaccante ex Frosinone, considerando che più di tanto la B non consentirà di aumentare il valore di Thorstvedt e quello di Laurienté: questi, però, sono discorsi oggi prematuri, perché c’è da concentrarsi solo su un unico obiettivo, quello chiaramente di tornare in A per potere ricominciare a ragionare come in un tempo piuttosto recente, quando i protagonisti azzurri di oggi iniziavano a mostrare tutto il loro talento proprio a un Sassuolo che ci aveva visto giusto, in una storia di successo invidiata da tanti e altrettanto invisa ai più, ma della quale la Nazionale si è giovata, se si pensa anche a Locatelli (e Berardi, che ancora a Sassuolo è) nell’Italia di Mancini, a uno Scamacca che contro Francia e Israele si sarebbe visto se non si fosse gravemente infortunato un mese fa. Perché un po’ d’Italia l’ha fatta il Sassuolo.