
Bilancio della Finanza
Modena, 7 maggio 2025 – Il fenomeno è seguito con attenzione dalla polizia postale di Modena dal 2020 ma, a quanto pare, nonostante le segnalazioni delle banche, i numerosi allarmi lanciati dalle forze dell’ordine e dalle stesse associazioni la ‘rete’ intrappola sempre più persone. Parliamo delle truffe nel trading online: frodi finanziarie in cui individui o società fittizie promettono guadagni esorbitanti, facendosi consegnare cospicue somme di denaro da risparmiatori e investitori attraverso piattaforme all’apparenza affidabili, ben ‘vendute’.
Proprio per rendersi maggiormente credibili i truffatori, che quasi sempre si trovano all’estero, utilizzano l’intelligenza artificiale ricorrendo a falsi video che ritraggono persone note a cui viene abilmente modificata la voce. Nella trappola è finito anche un risparmiatore modenese che a causa di fittizi investimenti in criptovalute è arrivato a perdere un milione di euro.
Il caso risale a due anni fa circa. L’uomo, che dopo qualche mese dal primo investimento ha sporto denuncia alla polizia postale, ha investito una parte del patrimonio di famiglia sulla piattaforma di criptovalute.
Il modenese si è poi reso conto di essere stato truffato: chi gestiva la piattaforma all’estero, infatti, continuava a chiedergli soldi per pagare le tasse relativamente al presunto guadagno ma i soldi risultavano solo e soltanto virtuali.
Non solo: i presunti broker assicurativi che millantavano di gestire una piattaforma online si sono ovviamente tenuti l’intera cifra investita (un milione di euro). Il vero problema sta nel fatto che difficilmente i responsabili saranno individuati e quindi denunciati: è complicato, infatti, per la polizia postale riuscire a identificarli trattandosi per lo più di conti offshore.
Per quanto riguarda il fenomeno delle criptovalute, in un anno a Modena ci sono state almeno un centinaio di denunce per investimenti che partono da 250 euro per arrivare al milione, come nel caso del modenese truffato. L’identikit dell’investitore è quello di una persona benestante, comunque con tenore economico discreto di mezza età. Nel 40 per cento dei casi si tratta di donne. Nonostante molti degli investitori, a fronte del mancato guadagno presentino denuncia, spesso continuano ad investire sulle piattaforme abbagliati dall’idea di intascare denaro facile, nonostante le forze dell’ordine e le banche – tra le prime a far partire le segnalazioni – invitino a non farlo.