
La lapide che ricorda Rolando Rivi nel boschetto di Monchio
"È una continua mistificazione alla memoria del Beato Rolando Rivi. Siamo tutti profondamente turbati e arrabbiati per la mancanza di rispetto". Parole queste di Fabio Braglia, sindaco di Palagano. Ha fatto clamore la notizia del furto della lapide che ricorda il seminarista 14enne di San Valentino ucciso il 13 aprile 1945 alle Piane di Monchio da partigiani comunisti. Si sono levate parole di condanna per un atto definito incomprensibile e da biasimare. Il parroco, l’altro ieri ha esposto denuncia ai carabinieri. Circolano voci che il furto non sarebbe cosa recente e che visto il peso della lapide potrebbe essere stato consumato di giorno non da una sola persona e forse con l’impiego si un fuoristrada. La domanda che a Monchio si pongono è il perché di un simile atto, che segue quello dell’agosto scorso quando ignoti coprirono di vernice scura la raffigurazione del beato Rolandi Rivi, situata nel luogo del martirio, vicino alla lapide scomparsa. "Qualcuno vuole mettere la vicenda del beato Rolando Rivi in politica – commenta un anziano del luogo -. Sono passati 80 anni e forse per qualcuno non è ancora giunto il momento della riconciliazione". Sul caso è intervenuto anche il consigliere provinciale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani: "Episodio sacrilego e vegnognoso, quella lapide deve tornare al suo posto".
w. b.