"Siamo contenti che sia finito questo incubo. Il dottor Luigi Ferrari riprenderà il prima possibile a lavorare qui da noi, tanti pazienti lo stanno aspettando".
Così Carlotta Caffagni, responsabile del Poliambulatorio Privato San Michele (Reggio Emilia), e il direttore sanitario Giovanni Baldi commentano il rientro in Italia del medico modenese arrestato in Sri Lanka per tentato contrabbando di farfalle assieme al figlio.
I due erano stati arrestati il 9 maggio scorso al termine di un’escursione nel parco naturale di Yala dove avrebbero catturato numerosi insetti, in particolare di farfalle. Ma all’uscita dal parco, sono stati fermati dai ranger per la tutela della fauna selvatica che si sono insospettiti di alcune luci blu e viola delle quali era in possesso Ferrari, grande appassionato di entomologia. Dalla perquisizione nei loro zaini sono emersi centinaia di insetti in decine di barattoli di vetro, bottiglie e bustine oltre a numerose foglie di piante autoctone: secondo i giornali locali si trattava di 92 specie di farfalle e 160 altri insetti appartenenti a nove diverse specie di libellule. Padre e figlio sono finiti in manette. Finiti a processo, dopo quattro mesi, i due – dopo essersi consultati coi loro legali – si sarebbero dichiarati colpevoli. Poi, la sentenza: una multa da oltre 180mila euro per evitare una pena di due anni di carcere.
"La multa è stata pagata e il divieto di rimpatrio a cui erano sottoposti è stato rimosso grazie all’intervento dell’ambasciata", ha fatto sapere giovedì la Farnesina. Il chirurgo ortopedico modenese e il figlio Mattia di 28 anni si sono imbarcati sul primo volo e ieri sono tornati a casa a Sassuolo.