Furto di medicine, autista del 118 patteggia

Peculato, l’uomo avrebbe sottratto i farmaci dalla sede centrale. Assolto il collega. L’inchiesta era nata da una lettera

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Nella lettera puntava il dito contro i propri colleghi: «Rubano farmaci ed altri dispositivi medici dalla sede del 118 per portarseli a casa e utilizzarli a scopi personali». Erano così scattate le indagini dei carabinieri del Nas che, nel 2018, al termine delle indagini preliminari avevano portato alla richiesta di rinvio a giudizio per i due autisti dell’ambulanza, accusati di peculato. Ieri uno dei due autisti ha patteggiato la pena di un anno. Assolto invece con formula piena il collega, un 46enne modenese difeso dall’avvocato Cosimo Zaccaria. L’episodio risale appunto allo scorso anno. Alla direzione viene recapitata una lettera, a firma di un altro operatore del 118, che denuncia furti all’interno della sede modenese. «Li ho visti i colleghi mentre uscivano con alcuni farmaci e altri dispositivi medici sottratti dal dispensario farmaceutico e nascosti nei propri indumenti», si legge nella missiva. L’autore della lettera non manca di sottolineare nome e cognome dei presunti responsabili. Scattano inevitabilmente gli accertamenti da parte dei Nuclei antisofisticazioni e sanità dell’Arma che portano, alla fine, alle perquisizioni domiciliari nelle abitazioni degli indagati dopo i necessari sopralluoghi nella sede del 118 al fine di verificare la veridicità delle accuse.

La contestazione nei confronti dei due autisti è pesante: peculato, che prevede pene da tre dieci anni. Ieri, alla fine, l’udienza preliminare che vede alla sbarra i due colleghi. Il primo patteggia una pena di un anno: l’accusa aveva fornito riscontri circa la responsabilità oggettiva dell’autista. Il collega, invece, viene assolto con formula piena e non dubitativa.

La difesa, rappresentata appunto dall’avvocato Cosimo Zaccaria, dimostra in primis l’inconstistenza del presunto danno cagionato all’azienda rispetto al patrimonio in capo ad Ausl e 118. La tesi della difesa verte poi sul fatto che molti dei farmaci e medicinali di vario genere - il cui possesso è stato contestato al 46enne - sarebbero stati invece nelle pertinenze dell’Ausl. Alcune delle scatole trovate in possesso dell’imputato, inoltre, sarebbero spuntate dalle tasche dello stesso ma per motivi poi spiegati nelle memorie difensive. «Molti dei farmaci e altri medicinali che, secondo le accuse, il mio cliente avrebbe ‘arraffato’ dagli scaffali del dispensario li aveva ancora addosso, nella casacca, nonostante il turno fosse giunto al termine solo perchè si era scordato di depositarli nuovamente nella sede del 118. Fin da subito abbiamo spiegato la circostanza: non vi era la volontà di sottrarre il materiale. Siamo riusciti a dimostrare quindi come l’autista dei mezzi di soccorso fosse totalmente estraneo alle accuse e il giudice ci ha dato ragione, assolvendolo con formula piena», sottolinea l’avvocato Cosimo Zaccaria. «Esprimo grande soddisfazione per la sentenza, non solo perchè appunto il mio cliente non si era appropriato dei farmaci ma anche perchè l’accusa contestata era pesante: il peculato prevede pene importanti».