"Gas, ceramiche da tutelare Avanti sulle trivellazioni"

Il presidente del Gruppo Romani: "Forniture russe incerte e 8 volte più costose"

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"Putin gioca al gatto con il topo: apre e chiude i condotti a proprio piacimento, ma la verità è che sulle forniture russe non ci sono certezze". Lo afferma Giorgio Romani, presidente del Gruppo Romani S.p.a. Industrie Ceramiche (nonché consigliere di Confindustria Ceramica), commentando la notizia relativa alla riapertura di Nord Stream 1. Da Teheran, il numero uno del Cremlino ha rassicurato l’Europa circa il prosieguo delle forniture energetiche, ma le parole di Putin non lasciano tranquilli i tanti imprenditori nostrani operanti nei settori energivori. Fra i comparti in allarme, vetro, chimica e, soprattutto, ceramica. "Nei giorni scorsi, questi tre ambiti sono stati identificati, dalla Commissione Europea, come passibili di interruzione", commenta Romani, "tanto che girava una bozza in cui si ventilava la possibilità di blocco coatto delle forniture. Insomma, qualora nel corso dell’inverno prossimo, ci si fosse trovati in condizioni di penuria energetica, il razionamento ci avrebbe colpito in primis". Una prospettiva irricevibile per l’industria ceramica, rispetto alla quale anche Bruxelles ha poi corretto il tiro.

"In Europa, ci si è accorti dell’insostenibilità di una misura così drastica per un settore che occupa quasi 30.000 addetti", afferma Romani; anche il ministro Cingolani ha proposto rimborsi a chi decidesse volontariamente un fermo delle forniture.

"Certo, ora il governo è caduto e l’instabilità politica non dà garanzie". L’auspicio degli imprenditori della ceramica è dunque quello che il prossimo governo dia effettivo decorso al piano Cingolani, proseguendo anche su un versante strategico caro all’esecutivo Draghi. "Il cosiddetto ‘Gas Release’ che rappresenta una soluzione utile a circoscrivere il problema", sostiene Giorgio Romani, "il gas nazionale ci serve. E’ una questione di numeri: oggi paghiamo le forniture russe otto volte quelle italiane". Per il consigliere di Confindustria Ceramica, le trivellazioni nell’Adriatico sarebbero quindi da incentivare. "I dati dovrebbero essere letti nella loro interezza – commenta – in quanto, oltre ai costi, per il gas di importazione c’è l’impatto ambientale: il 25-30% del gas che arriva dalla Russia, viene bruciato o disperso nel corso del trasporto, contribuendo in modo deciso all’inquinamento. Del resto, i croati stanno già trivellando, sconfinando talvolta al di là delle proprie acque territoriali". A proposito dell’autunno, Romani invita a valutare con razionalità la situazione. "Come andrà in autunno? Ci vorrebbe la sfera di cristallo, ciò che so è che la politica deve agire in maniera tecnica, facendo tutto il necessario per risolvere il problema e sostenere un settore che oltre ad essere un fiore all’occhiello per il paese, ha creato lavoro e stabilità per tante famiglie".

Marcello Benassi