Modena, abbandonarono le figlie adottive: condannati a tre anni

I genitori erano accusati di maltrattamenti. L’avvocato: "Erano esasperati, ricorreremo in appello"

Modena, 18 novembre 2022 - Sono stati condannati a 3 anni di reclusione i genitori accusati di maltrattamenti nei confronti delle figlie adottive, Il pubblico ministero aveva chiesto per loro 4 anni. La sentenza è stata emessa ieri mattina in tribunale a Modena al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Nel 2016 la coppia, residente nel distretto ceramico, aveva adottato due sorelline di 9 e 10 anni portandole in Italia dalla Bulgaria. Il rapporto coi nuovi genitori però, si rivelò da subito complicato e ostile. Nel paese d’origine, ha ricostruito l’avvocato difensore Alessio Anceschi, le piccole erano affidate a una coppia anziana che davvero le maltrattava, picchiandole e facendole lavorare, ma avevano la possibilità di vedere la madre naturale.

Nel 2016 la coppia aveva adottato due sorelline di 9 e 10 anni
Nel 2016 la coppia aveva adottato due sorelline di 9 e 10 anni

Dopo l’adozione in Italia invece questa possibilità venne a meno e le piccole avrebbero avuto comportamenti molto respingenti, anche aggressivi, verso i nuovi genitori che nell’estate 2020, al termine del periodo di lockdown, decisero di chiedere aiuto ai servizi sociali del distretto. Le piccole infatti distruggevano di continuo vestiti e suppellettili di casa arrivando addirittura a rompere una zampa al cane di famiglia.

Da una parte dunque ci sono due genitori che ammettono di aver commesso errori a fronte però "di un rapporto difficilissimo con le due minori adottate e di un abbandono da parte delle istituzioni". Dall’altra due presunte vittime, oggi adolescenti di 15 e 16 anni, che denunciano di aver subito pesanti maltrattamenti quotidiani e sevizie con pesanti punizioni da parte dei genitori adottivi. Per esempio riferivano di "essere rinchiuse per ore dentro uno sgabuzzino".

La mamma avrebbe, secondo l’accusa, abbandonato durante il periodo del lockdown le sorelle nella sede dei servizi sociali durante un incontro nella primavera del 2020. Le ragazzine raccontarono di essere state maltrattate quotidianamente dai genitori adottivi e sottoposte a pesanti punizioni. Testimonianze giudicate credibili sulla base delle perizie effettuate. Motivo che fece scattare l’allontanamento dalla famiglia (denunciata dai Servizi sociali) e l’invio in comunità d’accoglienza. Il legale difensore ha annunciato ricorso in appello.

Al momento della denuncia aveva sottolineato come i suoi assistiti "fossero esasperati. Poi però hanno chiesto di rivedere le figlie. Non hanno mai chiesto la revoca dell’adozione e hanno rappresentato una situazione complessi agli assistenti sociali, chiedendo aiuto".