Giardini, vita e morte protagoniste "Il mio racconto tenero e ironico"

Domani prima assoluta del nuovo reading teatrale di Emanuele Aldrovandi. Sul palco Cucchiarini e Occhionero. .

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Chiara Mastria

Il suo testo, presentato per la prima volta davanti a un pubblico domani sera alle 21 sul palco dei Giarni Ducali, fa piangere ma anche ridere. Lui è Emanuele Aldrovan – classe ’85, uno dei drammaturghi italiani tra i più apprezzati – e il suo reang teatrale ‘Tentativi sconfiggere la morte’ ci parlerà temi come l’amore, il lutto, la vita lasciando che le parole viaggino leggere, tra tenerezza e ironia. A dare voce a questi sentimenti universali "due bravissimi attori che sono felice abbiano accettato far parte del progetto: Giusto Cucchiarini e Marina Occhionero", le sue parole.

Il reang è tratto dal suo testo ‘La morte non esiste più’, finalista al Premio Riccione 2019. Cosa racconta?

"La storia due ragazzi che stanno per sposarsi, ma vengono separati da un incidente stradale. Dopo essere morto, lui continua a vedere e commentare la vita lei che inevitabilmente, dopo il dolore iniziale, prosegue e se lo lascia alle spalle".

In scena gran temi quali amore e morte, lutto e ascolto. Quale approccio ha scelto per affrontarli?

"Ho scelto usare la tenerezza e l’ironia, cercando restituire in modo a volte anche vertente le schermaglie fra i due protagonisti. C’è poi un finale, che in un certo senso ribalta tutto, ma che non posso anticipare perché altrimenti sarebbe un grande spoiler. Però quello che posso re è che il tema non è tanto la morte, ma ‘come fare a vivere con la consapevolezza della morte che cancellerà tutto’. E questo problema porterà i due personaggi a una conclusione inaspettata che sicuramente potrà sembrare paradossale, ma anche comprensibile nella sua follia. E’ la prima volta che questo testo viene presentato fronte a un pubblico. È un reang, per cui gli attori saranno davanti a un leggio e non ci saranno scenografia e costumi, ma credo sia una bella occasione per immergersi in una storia che oltre a far sorridere – e a volte un po’ piangere – sono sicuro che farà riflettere".

Quali sensazioni e sentimenti ha portato in lei il tempo ritrovato del lockdown?

"Per me è stato un lockdown particolare, perché sono ventato padre a gennaio e nei mesi successivi sarei dovuto essere in giro a seguire il debutto ‘Farfalle’ – che sarebbe dovuto essere anche a Modena alle Passioni, ma ovviamente è saltato –, a insegnare a Milano alla Paolo Grassi e a lavorare a un nuovo spettacolo durante la primavera. Invece sono rimasto a casa e parallelamente al spiacere per il lavoro perso c’è stato il piacere stare con mia figlia e vedere una serie piccoli cambiamenti che altrimenti mi sarei perso. Per cui non mi posso lamentare – e mi sentirei anche irrispettoso a farlo, visto quante persone hanno sofferto per la perta dei loro cari. Diciamo che ero scettico e vertito dai proclami ottimistici sul fatto che ‘quello che sta succedendo ci renderà migliori’, e infatti non sono stato smentito: a livello umano ognuno ha avuto un’esperienza versa, ma a livello sociale mi sembra evidente che non abbiamo imparato niente".