Giorgio Pelloni, 50 anni di tigelle in mondovisione

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La svolta dell’uomo di montagna che ha reso famose le tigelle di Sestola nel mondo cominciò su un traghetto di Venezia con la paura di finire in acqua. Partenza da Vesale, primo stage dopo la scuola alberghiera all’Hotel Lido, poi in giro per l’Italia, dalle Dolomiti alla Riviera. Infine ritorno a Sestola , terra madre, dove dal 1972 gestisce, alle soglie dei 50 anni di attività, il Bar Centrale, punto di riferimento della Passeggiata in centro. Eccolo qua Giorgio Pelloni, cameriere di lusso, chef, barista a cinque stelle (Grillo non c’entra, per fortuna), un gigante dell’accoglienza. È anche l’uomo che ha portato le tigelle in mondovisione quando con altri sestolesi fondò il Tomba club al seguito di Alberto pigliatutto. Le tigelle erano sempre al traguardo. E contribuirono a cambiare il volto del tifo dello sci. E con l’ottica dell’imprenditore che sa reinventarsi, Pelloni quando la stagione turistica rallenta,con il suo staff si mette al volante di due furgoni attrezzati e prepara tigelle e menù di montagna in giro per fiere ed eventi. Il problema è dire di sì a tutti. La storia di Pelloni e della moglie Marisa Zecchini oggi è un libro, "Quanta strada Giorgio" (a cura di Mario Bartoli), edito dall’Associazione culturale Escamadul. Papà e nonno erano agricoltori ma Giorgio aveva bisogno di un mestiere che lo facesse stare in mezzo alla gente, di salutare calorosamente, di alzare la voce per un benvenuto. Una vocazione.