Giovani coppie, soldi per chi trasloca a Novi

di Maria Silvia Cabri

Un bando per incentivare le giovani coppie a scegliere di abitare a Novi di Modena, prendendo qui la loro residenza. E’ la misura studiata e messa a punto dall’amministrazione novese, per fare fronte alla diminuzione della popolazione che si è registrata negli ultimi anni, in modo sempre crescente, specie dopo il terremoto del 2012. I grandi assenti sono i giovani. Per questo il sindaco Enrico Diacci, a inizio novembre lancerà il nuovo bando, con l’auspicio di tornare a vedere più popolata la città.

In cosa consiste il bando?

«Per ‘rilanciare’ il paese, come amministrazione comunale abbiamo iscritto a bilancio 100mila euro. L’obiettivo è quello di attirare nuovi residenti, famiglie o coppie giovani. L’incentivo consiste in un contributo per il pagamento dell’affitto a sostegno delle famiglie o coppie che prenderanno a Novi la residenza, sulla base di determinati criteri. Vogliamo lanciare un ‘segnale’ alle giovani famiglie: ‘accoglierli’ sul nostro territorio e mettere a loro diposizione i nostri servizi».

A quanto ammontano i contributi?

«Vanno da un minimo di 100 euro ad un massimo che potrebbe essere fino ai 250 euro al mese per contribuire al pagamento dell’affitto, che dovrà essere dimostrato con i necessari documenti, nel massimo rispetto della trasparenza. L’ammontare del contributo varierà in base all’Isee e al numero di componenti il nucleo familiare. In ogni caso abbiamo fissato il limite del 50% dell’affitto che verrà pagato. Il periodo temporale sarà di 30 mesi: il periodo più critico, quando una famiglia si sposta, è all’inizio».

Chi sono i destinatari?

«Le giovani coppie, con bambini o che potrebbero averne in futuro. Devono però avere un Isee superiore ad una certa soglia minima, ossia ci rivolgiamo a famiglie che già si sostengono da sole, in cui almeno uno dei due componenti abbia un lavoro. Coppie che siano economicamente ‘stabili’ e che sono indecise su dove andare ad abitare e prendere la residenza. Ci orientiamo tendenzialmente sui nuclei ‘giovani’. Questo per un obiettivo ben preciso: tenere vivi e funzionanti servizi sui quali abbiamo investito e che richiedono persone che possano usufruirne».

Di che servizi si tratta?

«Quelli legati all’istruzione, alla scuola. Sarebbe un vero paradosso garantire servizi all’avanguardia e avere poi nei fatti poche utenze che possono usufruirne. Emblematico il fatto che, per la prima volta, la scuola elementare statale di Novi, inizierà la classe prima con una sola sezione, vista la necessaria abolizione della seconda sezione per carenza di iscritti».

Quando è iniziato il calo della popolazione?

«Come altri comuni piccoli dobbiamo affrontare l’aumento della mortalità e la riduzione della natalità, che ogni anno produce un saldo negativo di meno 80 persone. In alcune realtà questo dato è meno evidente in quanto compensato dal fenomeno dell’immigrazione. Da noi invece accade il contrario: abbiamo subito uno spopolamento già dal 2008, in concomitanza con la crisi. Al tempo purtroppo non sono stati presi provvedimenti e la situazione è peggiorata dopo il terremoto del 2012».

Altri bandi?

«Due: uno per favorire l’occupazione, con un contributo alle imprese che assumono a tempo indeterminato. L’altro per il piccolo commercio, ossia i ‘negozi di vicinato’ del centro, coprendo fino al 50% degli interventi fino a 10mila euro (dai 10mila euro in su interviene la Regione, ndr)».