Giovani e ritiro sociale Superati i cento casi "Li aiutiamo a uscire dal loro mondo"

Sabato al Centro per le famiglie in via del Gambero un laboratorio dedicato a genitori, educatori e ragazzi. La responsabile del progetto. Maria Corvese: "L’indice di rischio tra gli adolescenti è dell’1,7%".

Giovani e ritiro sociale  Superati i cento casi  "Li aiutiamo a uscire  dal loro mondo"

Giovani e ritiro sociale Superati i cento casi "Li aiutiamo a uscire dal loro mondo"

Una giornata di approfondimento ma anche un momento di incontro tra il mondo dell’adolescenza e quello degli adulti. E’ il laboratorio ’Generazione X vs Generazione Z – Crescere è un gioco da ragazzi’ in programma sabato dalle 9.30 alle 12.30 al Centro per le famiglie di Modena in via del Gambero 77.

L’appuntamento si colloca all’interno del progetto Ri.So. del Centro Adolescenza in coordinamento con il servizio di Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza dell’Ausl di Modena, che vuole sensibilizzare sul tema del ritiro sociale. Il fenomeno è una manifestazione di sofferenza sempre più diffusa tra gli adolescenti che tendono a ridurre sempre più le relazioni amicali e nel tempo anche la frequentazione dei contesti sociali e scolastici per arrivare, talvolta, a rinchiudersi nella loro stanza: "I casi intercettati finora – spiega Maria Corvese, responsabile del progetto e dei Centri per l’adolescenza dell’Ausl – sono ben 108, un anno fa erano 40. L’indice di rischio tra i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 1819 anni è dell’1,7%. Si tratta di manifestazioni silenziose, questi ragazzi non fanno rumore ma vanno aiutati. Il nostro progetto prevede la collaborazione di psicologi ed educatori che si rapportano dapprima coi genitori e poi, se possibile, anche con i ragazzi". La scuola ha un ruolo fondamentale perché proprio da qui, spesso, partono le segnalazioni che permettono di intercettare i casi di ritiro sociale: "Il primo segnale è la frequenza irregolare – spiega la professoressa Alessandra Vaccari, docente di sostegno al ’Venturi’ – Quando le assenze superano le due settimane viene fatta la segnalazione alla dirigenza e parte l’iter, che inizia con l’ascolto delle famiglie. Il fenomeno riguarda anche ragazzi con un buon profitto e che, malgrado ciò, hanno difficoltà ad alzarsi al mattino".

L’appuntamento di sabato è rivolto a genitori, operatori scolastici, educativi, sociali e sanitari e ai ragazzi della scuola media e superiore. Sarà uno spazio di confronto e dialogo sul tema dei social network e il gaming, per dare la possibilità agli adulti di capire meglio come i giovani vivono la vita online e permettere ai ragazzi di esprimersi: "Si tratta di un laboratorio teorico esperienziale – spiega Rossella Benedicenti, psicologa dell’equipe del progetto sul ritiro sociale – in cui abbiamo costruito stimoli per aiutare i partecipanti ad affrontare i temi della dipendenza da internet e del ritiro sociale che porta i ragazzi a non uscire più di casa per vari motivi, tra cui la vergogna del debutto in società o problemi in famiglia che li portano a rimanere a casa magari per proteggere un familiare".

"Cerchiamo di accompagnare questi ragazzi fuori dal loro mondo, di farli riaffacciare alla vita partendo dai loro interessi, che possono essere anche i videogame", racconta Giorgia Nora, educatrice del progetto Tutor del Comune di Modena realizzato dal Ceis. E’ proprio on line che questi ragazzi fanno le prime prove di socialità: "Rispettiamo i loro tempi, che non sono quelli così veloci che richiede la società", riflette Anita Della Mura, educatrice di Open Group che segue il fenomeno per i servizi sociali dell’unione Comuni del Sorbara. Tutte le informazioni sono disponibili alla pagina www.ausl.mo.itritiro-sociale.

Valentina Beltrame