Giulia Rossi Alfiere della Repubblica: “Croce Blu, passione di famiglia”

La giovane volontaria modenese è stata nominata da Mattarella

Giulia Rossi con il padre Marco

Giulia Rossi con il padre Marco

Modena, 4 febbraio 2023 – Non solo i bellissimi occhi azzurri. Dalla sua famiglia, Giulia Rossi, studentessa 19enne di Modena, ha ereditato il grande cuore che mette in ogni turno alla Croce Blu e che gli è valso il titolo di Alfiere della Repubblica. C’è anche lei, modenese doc, tra i 30 Alfieri nominati dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, che il 24 febbraio riceveranno a Roma l’attestato d’onore.

La selezione tra tanti giovani meritevoli è stata orientata a valorizzare comportamenti e azioni solidali, ora nell’ambito di un’accoglienza a ragazzi ucraini in fuga dalla guerra, ora attraverso altri gesti di amicizia, cooperazione, inclusione affinché le diversità non diventino mai barriere. I testimoni scelti non costituiscono esempi di azioni rare, ma sono emblematici di comportamenti diffusi tra i giovani, che illustrano un mosaico di virtù civiche di cui, per fortuna, le nostre comunità sono ricche.

Giulia, da quanto è volontaria di Croce Blu?

"Da quando avevo 16 anni, l’età minima richiesta per entrare nell’associazione. Ho fatto il corso base appena è stato possibile, sulle orme di papà (Marco, volontario da 32 anni, ndr) e di mia nonna (Luciana Neri, da 29 anni in Croce Blu, ndr). Crescendo con il loro esempio, non ho avuto dubbi”.

Si aspettava la chiamata del Quirinale?

"Sapevo che i miei genitori avevano avanzato la candidatura, ma ormai erano trascorsi mesi e quando l’altra sera ho ricevuto la telefonata dall’ufficio di Gabinetto del Quirinale è stata una grande emozione. Stavo studiando latino e quasi non ci credevo. Andrò a Roma con la presidentessa Anna Perazzelli, tra l’altro tre giorni dopo sarà il mio compleanno”.

Di cosa si occupa come volontaria?

“Soprattutto di trasporti intraospedalieri, dimissioni e trasporti per dializzati. A volte faccio servizio anche con mio papà. Durante la pandemia ho fatto tantissimi turni all’accoglienza per le vaccinazioni all’hub di strada Minutara. Partecipo anche al servizio di accoglienza invernale”.

Un impegno importante, come concilia tutto ciò con lo studio?

“Frequento il liceo Wiligelmo e studio tanto, ma riesco sempre a ritagliare qualche ora per la Croce Blu. Durante le vacanze faccio molti più turni. Sono anche volontaria in parrocchia e riesco comunque a stare con le amiche, basta organizzarsi”.

Che cosa vede nel suo futuro?

“Questa esperienza mi ha permesso di ’scartare’ la laurea in professioni mediche, ho capito facendo la volontaria che non fa per me perché mi faccio sempre coinvolgere emotivamente dalle situazioni che affronto. Penso che mi orienterò comunque in studi di carattere sociale o di cooperazione, vorrei insomma aiutare gli altri anche per mestiere”.

Che cosa le piace del volontariato? Perché lo fa?

“Quello che regala il volontariato è impagabile, i sorrisi sono tutto per me. C’è un’empatia, con le persone che aiuti, che ti segna. Sapere di aver aiutato un anziano solo, ad esempio, mi dà serenità e quando torno a casa mi sento ’nuova’. Mi affeziono alle persone e a volte mi sento addosso più anni di quelli che ho... spesso i miei coetanei non capiscono quello che faccio, ma anche io prima di provare non capivo cosa volesse dire spendersi per gli altri. Ho conosciuto storie che non pensavo potessero esistere”.

Quella che l’ha fatta riflettere di più?

“C’era un ragazzo, all’hub vaccinale, che aveva bisogno di aiuto. Era spaesato, non sapeva la nostra lingua ma voleva vaccinarsi. Aveva i documenti sgualciti, non sapeva cosa fare. Era arrivato in Italia con un barcone”.