
Giulietta e Romeo Danza d’amore al Comunale
Quella di Giulietta e Romeo è una storia universale, un mito, un archetipo. Ha ispirato artisti, musicisti, danzatori, sempre nel segno di un amore profondo, tormentato e infinito. Il coreografo Fabrizio Monteverde ne ha firmato una delle riletture più originali, audaci e fortunate della tragedia shakespeariana, uno spettacolo che ormai è entrato a far parte dei classici della danza italiana: il Balletto di Roma lo presenterà stasera alle 20.30 al teatro Comunale Pavarotti Freni, con Carola Puddu e Paolo Barbonaglia nei ruoli principali. Questa versione di ’Giulietta e Romeo’, sulle celebri musiche di Sergej Prokofiev, debuttò già al teatro Carlo Felice di Genova nel 1989 con il Balletto di Toscana, poi è stata riallestita nel 2002 per il Balletto di Roma ripartendo dal teatro Sistina: Monica Perego e Raffaele Paganini furono i due protagonisti di quella prima edizione. Da allora, in più di vent’anni, ha abbracciato oltre 250mila spettatori in oltre 350 rappresentazioni in Italia e all’estero, e nel suo genere è l’opera di danza italiana più acclamata di sempre. "Pur nel rispetto della tragedia originaria, l’opera letteraria è stata riattualizzata", ha spiegato Monteverde. Prima di tutto la si è trasportata dal classico rinascimento al secondo dopoguerra, e da Verona la si è trasferita in un Sud Italia oscuro e polvere, reduce dal conflitto e alle soglie di una rivoluzione. "In questa Italia immobile e fremente, provinciale e inquieta – spiegano le note – Giulietta è protagonista e vittima di una ribellione giovanile e folle, in fuga da una condizione femminile imposta e suicida di un amore inammissibile. Romeo, silenziosamente appassionato e incoscientemente sognatore, è martire della propria fede d’amore innocente".
Prima ancora di essere danzatore e coreografo, Fabrizio Monteverde è stato attore "e l’idea di collocare la storia negli anni del dopoguerra mi è venuta proprio dai film del Neorealismo – ha aggiunto Monteverde –. All’inizio il pubblico era spiazzato da questa rilettura, poi invece ne è stato partecipe". E il fatto che lo spettacolo sia atteso e applaudito da ormai 34 anni ne è la conferma. "Negli anni è rimasto sempre identico, anche se in realtà cambia con gli interpreti che si succedono, e assume la loro personalità". Più che basarsi sull’immagine stereotipata dei due giovani amanti, Capuleti e Montecchi, Monteverde fonda la sua coreografia sui sentimenti e sulle idee che loro incarnano. E sa trasmetterle al pubblico e soprattutto ai giovani di oggi.