Gli edili: "Basta pregiudizi, non siamo mafiosi"

Claudio Candini del Collegio Imprenditori Emilia: "Onere prova ribaltato"

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"Basta con la malafede contro le imprese e gli imprenditori. Tuttora, sono gli imprenditori delle piccole ditte a dover dimostrare di non essere mafiosi, determinando un vero e proprio ribaltamento dell’onere della prova” e confermando tutti i pregiudizi che gravano ancora sul settore edilizio e sui suoi attori".

Così il Collegio imprenditori edili Emilia, associazione di categoria di piccole e medie imprese che fa capo a Confapi Aniem che, per voce del presidente Claudio Candini, premette anzitutto che quello in ballo è "un comparto strategico per l’Italia che contribuisce in modo rilevante al suo pil", sia direttamente per gli importanti volumi di fatturato che sviluppa sia, indirettamente, "contribuendo in modo decisivo ad aumentare la competitività del paese (infrastrutture, edifici industriali, culturali e d’istruzione) e la qualità della vita (residenze, luoghi di cura e assistenza, impianti sportivi)".

L’occasione delle elezioni alle porte, in particolare, viene colta dal Collegio per lanciare un appello a superare "un forte pregiudizio culturale, se non addirittura ideologico, che condiziona pesantemente la legislazione e le regole che governano il mercato". Ecco l’esempio su tutti che propone Candini: "Attraverso la White List occorre dimostrare di non essere mafiosi, determinando un vero e proprio ribaltamento dell’onere della prova". Si tratta di un ribaltamento e di un pregiudizio che hanno già prodotto grossi danni, secondo i rappresentanti del settore.

"Il radicamento di questo pregiudizio – ricorda Candini – ha portato a concepire tutta la legislazione del settore, a partire dal Codice dei contratti, non innanzitutto come strumento di politica industriale, come accade nel resto dell’Europa, ma come norma dal profilo di ordine pubblico, orientata a prevenire, senza peraltro riuscirci, la corruzione e la concussione".

Tuttavia, qualcosa si sta muovendo e la legislatura che sta per terminare avrebbe iniziato a prendere atto delle anomalie. Sblocca Cantieri, decreti Semplificazioni 1 e 2, oltre a Pnrr e legge delega per il nuovo Codice, hanno iniziato effettivamente ad agire contro la "preoccupante deriva", per dirla col Collegio emiliano: "Si tratta di segnali positivi che vanno confermati, per tornare a premiare il merito e la qualità delle imprese". Ecco quindi la ricetta delle pmi edili emiliane: bisogna ripristinare le procedure negoziate ("necessariamente mitigate dal principio di rotazione e dalla pubblicità dei resoconti conclusivi") e la relativa discrezionalità delle stazioni appaltanti, insieme alla ridefinizione del reato di abuso d’ufficio, che vengono considerati gli elementi da salvare e valorizzare, anche all’interno del nuovo Codice, insieme "ad un’ormai improcrastinabile qualificazione delle stazioni appaltanti perché sono troppi i casi di progettazioni scadenti", che rendono impossibili i lavori. "Occorre quindi – sprona il Collegio degli imprenditori edili – modificare quelle norme che presuppongono la malafede delle imprese". Gli errori fatti nella normativa del Superbonus, oggi parzialmente corretti, non devono ricadere insomma sulle famiglie e sulle imprese.