
Al Venturi di Modena prende il via ‘Swipe Like Love’, un progetto di cinque giornate incentrato sullo studio della percezione...
Al Venturi di Modena prende il via ‘Swipe Like Love’, un progetto di cinque giornate incentrato sullo studio della percezione e dei social network che coinvolgerà 14 classi per un totale di circa 300, tra studenti e studentesse dell’Istituto.
L’iniziativa, che rientra nel più ampio progetto di Public Engagement ’TikTok e dintorni: buone pratiche per una cittadinanza digitale ‘sicura’ nell’era dei social network’, è promossa dal Centro di Ricerca Interdipartimentale su Vulnerabilità e discriminazioni di Unimore e dall’Osservatorio Interdipartimentale per gli Studi di Genere e le Pari Opportunità dell’Università di Salerno e si pone l’obiettivo di indagare criticamente il mondo della comunicazione sui social network e di analizzare il fenomeno delle cosiddette relazione ‘tossiche’, con particolare riguardo a TikTok.
"Nel nostro istituto – spiega la dirigente del Venturi, Luigia Paolino – l’educazione civica non è solo un tema trasversale, ma un percorso concreto per formare cittadini consapevoli e responsabili. Nella fattispecie, il progetto affronta un tema centrale per le nuove generazioni: la consapevolezza nell’uso dei social e i rischi legati alla diffusione di contenuti che normalizzano relazioni tossiche e stereotipi di genere. Attraverso questionari, laboratori e momenti di confronto, gli studenti potranno riflettere, sviluppando strumenti per un utilizzo più responsabile delle piattaforme digitali".
Gli studenti e le studentesse parteciperanno a una serie di laboratori, nei quali si alterneranno momenti di lezione partecipata a fasi interattive. "Questa iniziativa – aggiunge la dirigente – non è un semplice approfondimento disciplinare, ma vedrà una serie esperienze formative che parlano direttamente ai giovani, alle loro abitudini e al loro futuro. Educare alla cittadinanza oggi significa sviluppare strumenti di lettura critica della realtà e delle dinamiche sociali, per contrastare discriminazioni, stereotipi e violenze, online e offline. Nella nostra scuola non si cerca soltanto di formare artisti e professionisti del futuro, ma cittadini capaci di interrogarsi e di incidere sulla realtà con il proprio pensiero e la propria creatività".
"Oggi più che mai – commenta Thomas Casadei, direttore del CRID di Unimore – è necessario interrogarsi sull’impatto che i social network hanno sulle giovani generazioni, non solo in termini di opportunità, ma anche di rischi legati a dinamiche di dipendenza e di sovraesposizione a livello mediatico".