Goldoni, 10 giorni cruciali "Il presidio va avanti"

Cauto ottismo per la vendita: "Bene avere una scadenza, l’azienda la rispetti"

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Si respira un’aria di "cauto ottimismo" al presidio della Goldoni di Migliarina, il giorno dopo l’incontro convocato dal Mise giovedì, durante il quale è stato annunciata un’ordinanza di vendita, dal 25 gennaio. "Si è aperta una nuova fase che va costruita – affermano i sindacalisti della CiglFiom, presenti in ‘piazza Presidio’ –. Le attuali condizioni poste non offrono ancora una risposta convincente alla richiesta di continuità occupazionale e produttiva, pertanto il presidio continua". Dunque i lavoratori non mollano: "Ci fa piacere avere una ‘data’, il 25 gennaio – sottolinea Leopoldo Puca – ma è necessario che entro questa scadenza l’azienda faccia quello che le è stato chiesto". In vista dell’ordinanza di vendita, infatti, il Tribunale ha chiesto al gruppo Goldoni-Arbos di adoperarsi per risolvere, entro il prossimo mercoledì, le criticità esistenti, a partire dalla consegna del marchio e dei brevetti.

"L’incontro – prosegue il sindacalista Angelo Dalle Ave – si è aperto con la relazione del presidente di Goldoni, Chris Dixon, che ha riferito sulla possibilità di portare Lovol alla vendita della Goldoni e che impone, da subito, la necessità di creare le condizioni per favorire una vendita industriale con la conseguente continuità aziendale attraverso la possibilità piena, per il nuovo investitore, di produrre e commercializzare i prodotti Goldoni. Tutto ciò in alternativa al concordato liquidatorio o, peggio ancora, alla possibilità, ad oggi apparentemente allontanata, del fallimento". Resta l’incognita dei 110 dipendenti ‘salvati’ su un totale di 185, secondo quanto emerge dall’offerta della Keestrack: "Ciò non ci spaventa – chiosa Massimo Valentini della CiglFiom –. Ragionare in termini di numero di dipendenti è un approccio sbagliato: importante è partire dal piano industriale e ragionare in termini di ‘ore’. Se non tutte le ore dei dipendenti risulteranno coperte, interverremo con gli ammortizzatori sociali per quelle mancanti (cassa integrazione, contratti di solidarietà)". "Per noi l’occupazione è totale – ribadiscono Riccardo Scappi e Giovanni Montruccoli, dipendenti – si parte del piano industriale e non dal numero di lavoratori. Siamo una comunità unita". "Siamo interessati ad incontrare al più presto il nuovo investitore – proseguono i sindacalisti – e conoscerne il piano industriale che verrà proposto e che dovrà poi essere sostenuto dagli accordi sindacali condivisi dai lavoratori a garanzia dell’occupazione e della prospettiva, anche per quanto riguarda gli effetti sull’indotto e sul territorio". Nei giorni scorsi il presidio ha ricevuto la visita di una delegazione della Lega: "E’ prioritario salvaguardare tutti i posti di lavoro, il know-how e il valore strategico per il territorio – afferma la deputata della Lega Benedetta Fiorini, segretario della Commissione Attività produttive, presente giovedì al tavolo del Mise –. Il Mise intervenga subito".

Maria Silvia Cabri