"Grande adesione, ho visto genitori informati e fiduciosi"

Il dottor Andrea Spattini, responsabile della Pediatria di Comunità, ieri ha risposto a domande e dubbi

Per il dottor Andrea Spattini, responsabile della Pediatria di Comunità di Modena, ieri è stata una giornata impegnativa. Insieme ai suoi collaboratori ha dovuto gestire accoglienza e vaccinazione per i più piccoli, di fatto il primo open day ‘junior’ dopo l’apertura della campagna vaccinale.

Com’è andata?

"Molto bene, è arrivato un numero importante di persone, superiore a quello che ci attendevamo benchè nei giorni precedenti abbiamo avuto un riscontro in tutte le nostre sedi sia a Modena città che in provincia molto buono. La popolazione ha aderito con decisione a questa campagna vaccinale".

Quale vaccino viene somministrato?

"Il vaccino Pfizer che è stato approvato per l’uso nella fascia 5-11 anni. Viene inoculato un terzo della dose di quella prevista per gli over 12 e questo aiuta molto la tollerabilità; riduce molto eventuali reazioni nel bambino, come abbiamo potuto constatare anche noi".

Quali sono i dubbi e le domande più frequenti?

"I bambini chiedono se fa male e noi diciamo che abbiamo dei timbri speciali. I genitori devo dire che arrivano documentati e molto fiduciosi. Ci chiedono qualche conferma come è naturale che sia e ovviamente noi rispondiamo ad ogni loro dubbio, ma le famiglie trovano soprattutto nei pediatri di base, che sono il referente naturale per le decisioni sanitarie del bimbo, una buona spalla. Il virus si sta diffondendo in modo considerevole nella fascia più giovane, anche tra i bambini più piccoli". Che percezione avete?

"La nostra percezione è comunque che la gente sia molto preoccupata, molto spaventata, e che quindi in un certo senso vuole correre a proteggersi e decide di fare vaccinare anche i bambini. E questo forse giustifica anche la buona adesione che abbiamo avuto su questa fascia d’età".

Come si manifesta generalmente la malattia nei bambini?

"E’ estremamente variabile; si va da bimbi asintomatici, con dunque un’infezione che sostanzialmente non dà sintomi, a forme che invece si manifestano esattamente come in noi adulti, con un impegno respiratorio importante che ovviamente ha una ricaduta molto maggiore per i bambini fragili, che sono portatori di una qualche patologia preesistente".

Omicron, che ormai è la variante più diffusa e a quanto sembra meno aggressiva di Delta, si comporta così anche nei bambini?

"Non si possono escludere al 100% forme gravi ma sappiamo che quella sotto i dodici anni non è la fascia di età in cui si registrano i casi più problematici.

Emanuela Zanasi