"Grandine, danni enormi alla nostra azienda"

Palagano, la testimonianza di Andrea Ferrarini, produttore di farine artigianali: "Ha rovinato i raccolti e danneggiato anche le scorte"

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"Una grandinata che ha spaccato tutto, ci ha rovinato i raccolti, danneggiato le scorte di grano in magazzino e le macchine. Mai vista una cosa del genere". È avvilito Andrea Ferrarini, dell’azienda agricola ’Il Monte’, ci Palagano, che produce farine artigianali macinate a pietra, un’attività di nicchia che in questo particolare momento si trova di fronte a difficoltà imponderabili, che spaziano dal caro energia a questi recentissimi eventi atmosferici distruttivi, come si sono verificati in Appennino durante questi ultimi dieci giorni. "Io ormai sono stanco, non ne posso più", si lascia andare con voce sconsolata. Ma non demorde, lotta per superare tutte le problematiche. Ha una famiglia. Nell’azienda lavora anche la moglie Eleonora Venturelli e la coppia ha quattro figlie: la grande di 12 anni e le altre di 6 e di 7 mesi, le gemelline. Nello specifico, che danni le ha procurato la grandinata? "Ha distrutto gran parte delle produzioni di grano tenero, di grano duro, di farro, di altri cereali e le coltivazioni di foraggi. Proprio ora che c’è molta richiesta di grano, visto quello che succede in Ucraina".

E nel capannone che cos’è successo?

"Vi è entrata l’acqua perché la grandine ha toppato ‘le canale’ e si è allagato tutto, bagnando i sacconi che contengono il grano, grano dell’anno scorso, ancora da macinare. L’umidità rovina la qualità del prodotto. All’interno del fabbricato ci sono il laboratorio e il mulino".

E le colture erboree?

"È la seconda tempestata che ci porta via l’intero campo. Sopra al quale è esondato un fosso e vi lascio immaginare. Anche il campo di un vicino è esondato e la terra è finita sulla strada. Era stata sistemata da poco tempo. Il Comune sta intervenendo con una ditta. Siamo messi male".

Ha accennato alle difficoltà energetiche per far funzionare l’azienda. "Cerchiamo di razionalizzare, tutto in un minimo passaggio".

Walter Bellisi