Grazie alla signora ’carezza’ e a tutte le donne migranti

Migration

Io la definirei una piaga sempre sanguinante. Sono passati tanti e tanti anni da quando anche noi italiani abbiamo battuto quella strada, e siamo stati tra i primi a trovarci un lavoro in un altro paese non sapendo la lingua e tutti gli altri costumi. Poi quegli uomini sono arrivati a mangiare tre volte al giorno, e così il perno centrale della vita era assicurato e, come un moto perpetuo, non doveva più fermarsi. Nonostante tante difficoltà e sofferenze, io oggi vedo anche tante cose positive: vivo In struttura, dove per vivere occorrono tutti i servizi possibili, e questi servizi vengono eseguiti solo da donne, e tra queste donne c’è una percentuale di altri paesi di origine, ed io ho fatto qualche domanda ad alcune sulla loro vita personale qui. Le parole sono quasi unanimi, cioè che tutti ti trattano bene e non c’è motivo per lamentarsi. Spero che altri paesi si comportino come il nostro. C’è una signora immigrata che lavora qui e mi ha concesso la sua amicizia. Questa signora, che chiamerò ’carezza’, mi sembra, solo a vederla, che si trovi bene e non dimostra segni di tristezza. Grazie, gentile signora carezza, per la tua collaborazione. Ora auguro tanta felicità per tutte le nostre operatrici immigrate.

Aldo Poletti, classe 1929