"Grazie papà, mi hai fatto volare in alto Tutto ciò che posso dire di te è sempre poco"

Sulla Walk of Fame di Hollywood ora brilla la stella dedicata a Pavarotti. Ieri alla cerimonia, la commozione della figlia Cristina "Non so dirvi quanto desidererei che mio padre fosse qui. Io sono stata anche una sua fan, una fan molto fortunata"

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di Stefano Marchetti

"Non so dirvi quanto desidererei che mio padre fosse qui". Nella cerimonia per la posa della stella dedicata a Luciano Pavarotti, lungo l’iconica Walk of Fame di Hollywood, le parole più toccanti – come si poteva immaginare – sono state proprio quelle di Cristina, secondogenita del tenorissimo. Riaprendo idealmente l’album della sua infanzia e della sua adolescenza, Cristina Pavarotti ha colto l’occasione del momento celebrativo per dire grazie a quel papà così famoso di cui lei – ha ammesso – è stata anche la prima fan, "una fan senza dubbio molto fortunata e ormai senza pudori".

Alle 11.30 del mattino della California (le 20.30 in Italia) si è finalmente svelata la stella numero 2730 dell’iconica passeggiata delle celebrità, quella intitolata (finalmente) a Luciano Pavarotti. Un omaggio e una festa nel nome della musica, dell’arte, dell’opera che è sempre di casa a Modena, come ha ricordato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli in un videomessaggio inviato a Los Angeles in occasione dell’evento e registrato proprio al teatro Comunale: "Modena – ha sottolineato – è orgogliosa di questa giornata e vi manda un grande abbraccio, nel ricordo di Luciano e soprattutto nell’impegno di continuare a ricordarlo per lanciare ancora la lirica", nel segno della bellezza e della pace. Da parte sua, la città di Los Angeles, con il consigliere Joe Buscaino, ha consegnato la ‘City Resolution’ in memoria di Pavarotti per i suoi meriti artistici, filantropici e umanitari: è il riconoscimento ufficiale più prestigioso che può conferire una città americana.

"Di Luciano ricordo il sorriso con cui mi accolse il primo giorno che l’ho incontrato, un sorriso generoso come la sua voce che è ancora capace di arrivare alla gente con gentilezza e con passione", ha detto Cinzia Salvioli di Albedo Production, che ha coordinato gli eventi celebrativi dedicati a Pavarotti, che a Los Angeles avranno un’appendice anche a metà novembre. Poi il Maestro James Conlon, direttore musicale dell’Opera di Los Angeles, ha tracciato un ritratto artistico del tenore: "La sua supercelebrità si è estesa ben oltre i confini dei teatri: ha sempre desiderato collegarsi, cuore a cuore, con tutti coloro che poteva raggiungere", ha rimarcato. E ha ricordato che Pavarotti è stato un pioniere, anche affrontando rischi: ha cantato nelle arene, ha tenuto il primo recital trasmesso in tv dal Metropolitan di New York, è andato anche all’Hollywood Bowl. Ma ha portato l’opera a tutti.

"E ai giovani cantanti io lo presento ancora come esempio da emulare", ha proseguito Conlon, rievocando anche le straordinarie cene del dopo spettacolo all’Opéra di Parigi, quando Luciano voleva a tutti i costi cucinare la pasta.

Il brivido più forte è arrivato poi dalle parole di Cristina Pavarotti che, con la voce rotta dall’emzione, è intervenuta in italiano anche a nome delle sorelle Lorenza e Giuliana, di Alice e di Nicoletta Mantovani: "Se penso a mio padre, al valore e alla quantità delle cose realizzate, provo ancora oggi un senso di vertigine. Tutto ciò che posso dire di lui mi sembra sempre poco". Cristina è tornata alle serate in cui papà, "felice, stanco e affamato", rimaneva per ore a firmare autografi per non scontentare nessuno, oppure i concerti in cui aveva di fronte un pubblico freddino, che lui sapeva condurre fino all’entusiasmo, "come in un rituale di corteggiamento". E le volte in cui temeva di non poter cantare, perché era afono, "si canta o non si canta, gli avevo sentito dire. E poi cantò come un funambolo sul filo, meravigliosamente". Cristina ha voluto ringraziare suo papà "per tutte le volte che, con le sfumature del suo canto, con una frase struggente, con un pianissimo o con un acuto, mi ha acciuffato al volo e mi ha sollevato in alto in alto". E mentre lo diceva i suoi occhi brillavano. Come brilla una stella.