"Guardia medica, bandi deserti: i medici scappano"

Barcaiuolo (FdI) sulla continuità assistenziale. Ma L’Asl chiarisce: "Copertura garantita con incarichi provvisori. I posti scoperti sono solo 9"

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"Si chiama continuità assistenziale ma è più conosciuto come guardia medica. Nemmeno questo servizio è esente dalla carenza di personale che sta mettendo in ginocchio, in modo sempre più evidente il sistema sanitario. In provincia di Modena, quest’anno, la chiamata tramite bando per reperire medici per la guardia medica ha visto andare deserti ben 94 posti. Complice anche il fatto che ormai, e questo nuovamente interessa tanti ruoli del comparto pubblico, ci sono professioni sanitarie che hanno perso molto appeal (si parla, per esempio, di fare turni di notte a 23 euro lordi all’ora". Lo sostengono i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia

Michele Barcaiuolo e Marco Lisei secondo i quali "tali posizioni" sarebbero "scoperte". "Secondo un accordo nazionale, quindi anche regionale, per ciascun medico di guardia medica è possibile seguire in tutto 5mila pazienti – spiegano – Sono stime che possono, sempre da accordi, sforare al massimo del 30%. Quello 15000 però viene definito ‘rapporto ottimale’. In altre parole il criterio che identifica un servizio di qualità. Ebbene solo su Modena cittè è presente una guardia medica ogni 9.758 abitanti (quasi il doppio del previsto) il tetto dei 5000 si sfonda anche a Carpi ( una guardia ogni 17.798 abitanti, più del triplo del previsto, Castelfranco (una guardia ogni 7.000 abitanti ) ed in molti comuni montani appartenenti ai distretti di Sassuolo e Vignola. "Le guardie mediche potrebbero, se ben gestite e organizzate, fungere da filtro per i pronto soccorso che sono spesso intasati da codici non urgenti – considera Barcaiuolo - . Quanto sta accadendo si somma agli altri gravi problemi che sta vivendo la sanità emiliano romagnola. Medici ed infermieri stanno scappando dalla sanità pubblica in favore della privata e la Regione pensa solo a sperperare risorse in edilizia sanitaria, invece che ad investire sul personale. A ciò si aggiungono le gravissime situazioni del rischio di chiusura del pronto soccorso di Mirandola, della mancata riapertura del punto nascite di Pavullo", aggiunge sempre Barcaiuolo.

L’Ausl chiarisce: "In base alla numerosità della popolazione è di 120 unità il fabbisogno totale di medici titolari di continuità assistenziale calcolato sul territorio modenese, distribuiti sulle diverse sedi di guardia medica, oltre 20 dislocate nei 7 distretti sanitari a copertura dell’intero territorio, anche i luoghi periferici.

Il numero di medici cosiddetti ’titolari’ – per i cui posti vacanti l’azienda chiede la pubblicazione alla Regione – è dunque finalizzato a coprire un fabbisogno, che viene poi distribuito sul territorio anche in risposta all’effettivo bisogno di assistenza (numero di accessi sulle varie sedi), in una logica di efficacia ed efficienza del servizio. Di questi 120, sono 111 quelli già assegnati con incarichi di titolarità o, dove non sia stato possibile individuare alcuna disponibilità ad assumere l’incarico titolare, con incarichi provvisori (semestrali o annuali). Ciò consente di assicurare a tutti i cittadini del territorio provinciale le prestazioni assistenziali territoriali a domicilio non rimandabili (guardia medica), in continuità e non in sostituzione con l’assistenza del medico di famiglia e del pediatra. I restanti turni non assegnati, corrispondenti in termini di unità a soli 9 medici su tutto ilterritorio provinciale, vengono comunque assicurati attingendo al bacino delle reperibilitàmediche di cui l’Azienda costantemente dispone. Riassumendo, del totale di 88 posti vacanti (e non 94 come affermato, in quanto alcuni risultano attualmente ancora ricoperti da medico titolare), rispetto ai quali si è pubblicata la richiesta di titolarità, 79 incarichi sono comunque già assegnati in via provvisoria e il servizio è, come detto, garantito".