Modena, 10 agosto 2024 – C’è chi lo chiama assessore alla concretezza. Per altri, più diretti, è l’incaricato a risolvere grane. Di sicuro Giulio Guerzoni, 41 anni, torna in giunta – dove è già stato tra il 2014 e il 2019, prima di fare il capo di gabinetto del sindaco Muzzarelli – con una serie di deleghe pesanti, tra cui spiccano i lavori pubblici, la mobilità e soprattutto il pachiderma PNRR, elegantemente ribattezzato Next generation Modena. Roba da far tremare i polsi, ma lui non si scompone. Ha una sede operativa spartana, la palazzina rossa dei Servizi tecnologici in via San Cataldo, e si sposta spesso in bicicletta tra piazza Grande e via Santi, toccando con mano come va il traffico.
Assessore, era meglio fare il consigliere del principe?
"Il capo di gabinetto ha più tempo per pensare a largo raggio. L’assessore è sempre on the road: mestiere totalizzante. Mi è mancata questa dimensione, ma il ruolo svolto a fianco di Muzzarelli è stato molto formativo".
Ora si torna in pista. Troppa carne al fuoco?
"Il carico di lavoro è rilevante, spero di essere all’altezza. Mi conforta il fatto di conoscere bene la macchina comunale e la città".
I maligni sostengono che con lei l’ombra dell’ex sindaco si allunga sulla nuova giunta.
"Sono semplicemente un assessore del Pd che pensa con la sua testa. Tra l’altro credo che pochi abbiano litigato con Muzzarelli più di me, in senso costruttivo s’intende, negli ultimi dieci anni".
C’è qualche imbarazzo con Mezzetti?
"Macché. Lo conosco dai tempi della Sinistra giovanile: io ero un ragazzino, lui già un protagonista. Mezzetti mi ha dato fiducia nel periodo di transizione dopo le elezioni, quindi mi ha chiesto di entrare in giunta: ho accettato con entusiasmo. Sarà un bravissimo sindaco".
La delega al PNRR è impegnativa.
"Da qui a giugno 2026 dobbiamo completare investimenti per cento milioni: 77,5 di contributi più il cofinanziamento del Comune. I 58 cantieri sono quasi tutti aperti, sei hanno già finito i lavori. Nel 2025 completeremo gli interventi, poi ci sarà una fase di rendicontazione gravosa. Nel frattempo bisogna definire assetti concreti e sostenibilità futura dei progetti. Ma non c’è solo il Comune: considerando le altre istituzioni del territorio, alla fine stiamo parlando di un piano da almeno 250 milioni, che cambierà letteralmente volto alla città".
Non sarebbe stato meglio concentrarsi su alcuni maxi progetti e non su interventi a pioggia?
"Non era possibile, visto lo schema rigido fissato dal governo. Siamo andati all’assalto di una sessantina di bandi, centrando quasi tutti gli obiettivi. Le competenze tecnico-amministrative della macchina comunale sono elevate, non meritiamo i tagli alla spesa corrente annunciati dal governo".
Lei ha un’altra delega pesante: i lavori pubblici.
"Mezzetti è stato chiaro: punta su manutenzione, decoro e qualità urbana. I progetti strategici cambiano la città, ma intanto c’è il quotidiano: strade, verde, immobili pubblici. La cura della bellezza è anche sinonimo di sicurezza".
La parola d’ordine è rigenerare. Che significa?
"Fare meglio ciò che già esiste o che è stato abbandonato, senza consumare suolo. Ovvero trasformare il vecchio in nuovo. Con il PNRR il progetto ex Fonderie avrà una quantità di risorse che non avremmo mai ottenuto da altre fonti".
E l’edilizia privata?
"È una scommessa su cui lavorerò a stretto contatto con la collega dell’urbanistica Carla Ferrari. Il nuovo PUG, che ha sostituito il vecchio piano regolatore, definisce parametri ben diversi da quelli degli anni Ottanta-Novanta. La qualità in edilizia fa la differenza. A giudicare dalle pratiche che ho sul tavolo, vedo una città in movimento".
Intanto studiate le contestate zone 30.
"Pensiamo alle zone 30 dove c’è maggiore densità abitativa e serve sicurezza. Ma rifiuto fin d’ora l’equazione lentezza uguale inefficienza: è strumentale. Il Piano per la mobilità sostenibile, approvato nella scorsa legislatura, ha ottenuto risorse europee con cui abbiamo finanziato una trentina di studi di fattibilità su molti aspetti importanti".
Dalla fattibilità bisogna passare ai fatti.
"Certo, con gradualità e qualità nei prossimi cinque anni. Sarà strategico liberare dalle auto piazza Sant’Agostino, ma c’è un’altra ipotesi che ritengo suggestiva: la pedonalizzazione completa nei week end del tratto centrale di via Emilia da corso Duomo a corso Canalgrande. Fermo restando che i residenti in centro devono avere possibilità di parcheggio".
E il trasporto pubblico?
"Una questione nazionale irrisolta: servirebbe un miliardo per recuperare il gap accumulato dal periodo del Covid a oggi. E a livello locale si aggiungono le difficoltà nel trovare conducenti. Uscire da questa situazione non sarà facile".
A proposito di problemi, il suo debutto nella nuova giunta ha coinciso a fine giugno con l’emergenza fiumi.
"Il sistema idrico del territorio è migliorato e ha tenuto, grazie ai lavori sugli argini a Ponte Alto e alla Fossalta. Ora bisogna insistere: Aipo e Regione devono completare le altre opere previste".
Insomma, nella nuova avventura da assessore non rischia certo di annoiarsi.
"Ho motivazioni forti e un obiettivo preciso: vorrei contribuire a questa grande stagione di investimenti per migliorare ancora la qualità della vita in città".