Omicidio a Castelfranco Emilia, il killer: "Mi hanno detto 'Ora vattene', ho sparato"

La ricostruzione dell’omicidio nel lungo interrogatorio. L’assassino: "Eravamo appena stati dagli avvocati. Non ci ho visto più"

Modena, 14 giugno 2022 - "Sono entrate in casa e Renata mi ha detto: domani te ne vai, finalmente ci sarà l’udienza di separazione. Volevano buttarmi fuori di casa, ma quella era casa mia. Allora ho preso il fucile, che custodivo nell’abitazione e ho sparato ad entrambe". Nel corso dell’interrogatorio fiume che si è svolto ieri in caserma, a Castelfranco Salvatore Montefusco ha ricostruito davanti agli inquirenti, al pm Graziano, al procuratore capo Masini, alla presenza del proprio legale Marco Rossi la dinamica dell’atroce duplice femminicidio. Montefusco, spesso interrotto dalle lacrime, ha confessato di aver fatto fuoco poiché esasperato da una situazione che si protraeva da oltre un anno ed ha sottolineato di non volere ‘sconti’, riferendosi alla pena.

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Le due vittime Renata di 22 anni e Gabriela di 47 e il marito Salvatore Montefusco
Le due vittime Renata di 22 anni e Gabriela di 47 e il marito Salvatore Montefusco

L’imprenditore ha affermato appunto che quell’arma con matricola abrasa la custodiva in casa. Un anno e mezzo fa, però, a seguito della denuncia della vittima era scattato il codice rosso e i carabinieri avevano sequestrato al 69enne tutte le armi. "Mi avevano messo contro anche mio figlio – ha dichiarato l’arrestato – mi hanno sbeffeggiato e ridicolizzato per un anno. Mi volevano mandare via di casa ma io ho l’usufrutto e i miei figli la nuda proprietà".

Mamma e figlia erano da poco rientrate a casa, ieri mattina, dopo l’udienza con il proprio legale in vista delle due udienze caldendarizzate per oggi: la prima per la separazione e la seconda per l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dalla vittima. "Mi hanno detto che finalmente domani (oggi, ndr) me ne sarei andato e a quel punto non ci ho più visto: ho iniziato a sparare". Sette o otto colpi esplosi con un fucile a canne mozze.

I colpi avrebbero raggiunto prima Renata, in giardino. L’uomo avrebbe poi rincorso la moglie in casa, in cucina. A quel punto, però, sarebbe sceso il figlio 17enne, svegliato dai terribili rumori d’arma da fuoco. "Non ricordo bene cosa è successo dopo. Ero esasperato, ma non voglio sconti di pena – ha ribadito – deve emergere però la verità del perchè avevo denunciato". Poi, dopo essersi procurato una ferita al volto, si è allontanato di casa, tanto che i militari avevano pensato a una fuga, per recarsi invece in un bar.  "L'ho visto entrare sporco di sangue - ha detto la barista - mi ha chiesto di chiamare i carabinieri se no avrebbe ammazzato tutti". Montefusco è così uscito e si è costituito in caserma. 

La situazione tra i coniugi, che si erano sposati meno di tre anni fa, ad un anno dal matrimonio era divenuta sempre più tesa tanto che gli interventi dei carabinieri erano stati numerosi; così come le denunce presentate dalla vittima ma pure dal suo assassino. "Lui ha confessato – spiega l’avvocato Marco Rossi – sta molto male. E’ una persona pentita per quello che ha fatto. Si è messo a piangere più volte rivivendo la scena, rendendosi conto di quanto aveva fatto e ribadendo di amare sua moglie. Non sappiamo se quest’ira fosse dettata o meno dalla lucidità ma non ha premeditato quello che ha fatto". L’avvocato della donna, Annalisa Tironi, sottolinea di aver incontrato Gabriela ieri mattina nel suo studio. "Sono sgomenta e molto addolorata".

Le udienze di oggi

Due le udienze in programma oggi che vedevano come protagonisti il killer e la vittima, Gabriela Trandafir. La prima, civile: era in programma l'udienza di separazione. Nel ramo penale, invece, l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione (pm Marco Niccolini) per l’ipotesi a carico dell’uomo di maltrattamenti risalenti al 2021.  Richiesta di archiviazione che era stata avanzata anche per un altro procedimento relativo ad atti persecutori, sempre a carico dell’uomo su denuncia della moglie.

In merito al procedimento per maltrattamenti, il giudice ha disposto il rinvio dell’udienza per legittimo impedimento (essendo l’uomo attualmente in carcere) al 5 luglio. A questo punto la procura potrebbe revocare la richiesta d’archiviazione oppure la denuncia potrebbe entrare nel fascicolo dell’omicidio, o ancora, ultima ipotesi, potrebbero essere disposti nuovi accertamenti in merito ai presunti maltrattamenti che la donna aveva, appunto, denunciato. Gabriela pare inoltre che avesse presentato altre tre denunce dello stesso tenore anche in tempi più recenti.

La prima denuncia per maltrattamenti è di luglio 2021, con un'integrazione ad agosto e un'altra denuncia presentata a dicembre. È di quel periodo anche la richiesta di archiviazione della Procura di Modena secondo cui le condotte, seppur nel contesto di una situazione familiare difficile, sarebbero rimaste sul piano verbale. "Nell'opposizione abbiamo evidenziato che c'erano stati atteggiamenti ben più concreti", spiega l'avvocato Annalisa Tironi, che assiste la vittima.