Un progetto che nasce da un sorriso e che è volto a riprendere e migliorare i collegamenti di cooperazione sanitaria internazionale tra Modena e lo Zimbabwe. E’ "Happy doctor", il progetto illustrato nei giorni scorsi al "RMH Modena Raffaello" e nato grazie alla volontà di Ufficio Missionario diocesano, Associazione Progetto Casa Aperta ODV di Modena e Ass. Femminile Medico Missionaria di Roma. Una ‘fratellanza’ che trae origine dal grandissimo ed eroico lavoro svolto da Luisa Guidotti Mistrali, la dottoressa missionaria modenese uccisa in Zimbabwe nel 1979 e per tutti "Happy doctor". Lo scorso anno, giunta la notizia del decreto di venerabile firmato dal Papa per le virtù eroiche della missionaria modenese, infatti, è ripartito il collegamento tra gli ospedali di Modena, Emilia-Romagna e Zimbabwe e rimpostato il progetto "Happy doctor", a seguito del quale un team sanitario di eccellenza, composto dalla primaria di chirurgia di Baggiovara, Micaela Piccoli insieme alla Dottoressa Rita Conigliaro e a tanti altri colleghi è partito alla volta dello Zimbabwe per portare avanti il lavoro della missionaria modenese. "Ci hanno chiesto di collaborare per non far morire tutto ciò che è stato costruito in questi anni – ha spiegato Micaela Piccoli – è stato un gioco di squadra. Ho deciso di rendermi conto da cosa si partiva e valutare progetti di lavoro e i ruoli nel nostro gruppo si sono intrecciati: ognuno faceva ciò di cui c’era bisogno in quel momento e le missionarie ci hanno fatto sentire a casa. Siamo stati in due ospedali e oltre a questi ci sono 14 cliniche che vorrebbero avvicinare la sanità al territorio. La prima tappa è stata il St Albert Hospital, gestito dal 1984 dalla prima allieva di Luisa: l’ospedale, deve bastare per 135mila abitanti e ci sono ora tantissime cose da fare"
Cronaca"Happy Doctor", cooperazione con lo Zimbabwe