Hermes Ferrari, il ristoratore sciamano agli scontri di Montecitorio: "Fateci riaprire"

Il titolare del ’Regina Margherita’ di Modena leader della protesta di ieri, poi sfociata nella violenza. "I miei locali aperti anche stasera"

Hermes Ferrari travestito da ‘Jake lo sciamano’ per evocare i disordini di Capitol Hill

Hermes Ferrari travestito da ‘Jake lo sciamano’ per evocare i disordini di Capitol Hill

Modena, 7 aprile 2021 - Avrebbe dovuto essere una protesta pacifica, volta a sensibilizzare il Governo sulla situazione in cui versano le attività, ormai in ginocchio. Invece quella andata in scena ieri a Montecitorio, organizzata dai ristoratori e commercianti per protestare contro le prolungate chiusure è sfociata in disordini e violenze dopo che alcuni manifestanti hanno cercato di sfondare le transenne e lanciato fumogeni contro la polizia nella capitale.

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Diversi anche i ristoratori e titolari di palestre ed altri esercizi arrivati a Roma provenienti da Modena e Reggio Emilia: tra questi Hermes Ferrari, titolare del ristorante Regina Margherita di Modena che si è fatto spazio tra la folla attirando l’attenzione non solo dei media ma anche dei tanti colleghi presenti. Il ristoratore si è infatti presentato alla manifestazione vestito da ‘Jake lo sciamano’ italiano con l’obiettivo di farsi ascoltare. Parliamo del vichingo divenuto simbolo dell’assalto a Capitol Hill alla testa di sostenitori di Donald Trump, che aveva fatto irruzione al Congresso a torso nudo con un copricapo di cuoio con due corna e la faccia dipinta con i colori della bandiera americana. Ebbene Ferrari, originario di Scandiano e condannato dopo l’aggressione ad un vicino di casa colpevole di aver attraversato le strisce pedonali troppo lentamente, ha manifestato a Roma vestito proprio da Jake lo sciamano, con un costume che ha riprodotto fedelmente quello di Jake Angeli con la sola differenza di una bandiera italiana dipinta in volto al posto di quella a stelle e strisce. "Dal 15 gennaio il mio locale di Modena è aperto, ovvero da quando ho aderito a ’Io Apro’ - ha gridato ai microfoni. – Sono venuto a portare testimonianza che, come ho fatto io si può tenere aperta la propria attività: basta imporsi".

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Al perchè si fosse presentato vestito da Jack lo sciamano ha quindi risposto: "Quando in America quel signore è entrato vestito così ha suscitato clamore in tutto il mondo ed io volevo fare altrettanto: attirare l’attenzione per lanciare un messaggio che arrivi alle persone. Sono qua per dire che domani (oggi, ndr ) dobbiamo aprire tutti quanti e se apriamo nessuno ci può più fare chiudere. Oggi (ieri, ndr ) eravamo oltre tremila persone di cui tantissimi emiliano romagnoli che hanno aderito a ‘Io Apro’ e quando abbiamo chiesto di andare dall’altra parte delle transenne ci hanno presi a bastonate. Vogliamo trovare un modo affinchè il Governo ci venga incontro: la gente è stanca e non ne può più. Nonostante le chiusure i contagi aumentano e le persone muoiono; intanto qualsiasi scusa è buona per far chiudere le partite Iva. Porto avanti il diritto di libertà di tutti noi". Tra gli altri modenesi era presente anche il titolare della palestra GimFive Federico Milieni che, insieme ad altre sedici persone si è incatenato davanti a Montecitorio.

"I miei locali aperti anche stasera"

"Continuerò a protestare finché le cose non cambiano. E anche stasera terrò aperti i miei ristoranti, rispettando il distanziamento tra i tavoli come sempre. Dopo ciò che è successo ieri ho ricevuto tantissimi messaggi di supporto". L'uomo simbolo della protesta anti-chiusure Covid è pronto a vestirsi ancora come Jack Angeli, il vichingo dell'assalto di Capitol Hill, il Campidoglio di Washington, negli Stati Uniti.

"Io non so nemmeno chi sia e non mi interessa neppure di Trump - racconta - Ieri mattina mi sono incatenato ad una transenna di Montecitorio, vestito normalmente. Ho visto che nessuno mi filava e allora mi sono fatto dipingere la faccia da mia moglie, poi ho messo il cappello da muflone in testa. Il mio intento era quello di essere ascoltato e ce l'ho fatta direi. Ma non basta. Noi di #IoApro continueremo finché non ci faranno riaprire".