
"Io sono arrivato a questo processo dopo una denuncia fatta contro ignoti. Le indagini che ne sono scaturite mi hanno portato a sapere chi si celava dietro a questo progetto atto ad infangare il mio nome e della mia famiglia. Quando è emerso che i protagonisti di tale vicenda erano attori politici, il mio approccio è mutato, passando dall’esclusiva necessità di tutelare la mia onorabilità all’obiettivo, etico, di difendere qualcosa che amo profondamente e che è la mia più grande passione da oltre 30 anni: la politica". Il sindaco Alberto Bellelli così interviene a fronte della sentenza di assoluzione dell’ex vice Morelli. "Reputo che dal dibattimento sia emersa la malversazione di questo concetto, il non rispetto delle regole e tantomeno dell’autorità preposta a garantire ogni cittadino: la legge. Perché, dinanzi ad un dubbio, l’attore politico non utilizza gli strumenti consoni, come l’accesso agli atti o l’interrogazione o non si reca dinanzi alle autorità giudiziarie, assumendosi la responsabilità di denunciare? Mi sono dato questa risposta: non solo perché il fatto non esiste (come hanno comprovato le indagini dei carabinieri nei miei confronti), ma soprattutto perché non c’è nemmeno il dubbio. Qui c’è solo l’obiettivo di sbattere sui giornali l’avversario politico, tutelando il proprio anonimato".
"Sono contento – prosegue Bellelli – che questa vicenda, dopo quasi cinque anni, si sia finalmente conclusa. Da un lato, è stata confermata la falsità delle accuse nei miei confronti; dall’altro, rimane avvolto nella nebbia quello stesso tentativo di diffamazione. La formula assolutoria ’il fatto non costituisce reato’ e la prova è insufficiente o contraddittoria, lo conferma. Nel mio cuore, rimane la profonda delusione – conclude – per le azioni subite da una persona che consideravo amica e meritevole della mia fiducia. Io amo la mia città e amo la politica, e non posso permettere che la politica, nella città che amo, sia esercitata con queste modalità". m.s.c.