«Hotel vuoti e zero prenotazioni: le istituzioni si muovano»

Turismo in ginocchio Amedeo Faenza, presidente di Federalberghi: «Non abbiamo più tempo, servono azioni concrete o presto chiuderemo»

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«Non abbiamo più tempo per aspettare che il quadro migliori. Siamo passati da una situazione drammatica all’ultimo stadio, quello che precede i licenziamenti e le chiusure definitive». Non usa mezze misure Amedeo Faenza, presidente di Federalberghi-Confcommercio. Il suo grido d’allarme riguarda tutta la categoria di imprenditori che vive di turismo e ricettività. Gli effetti dell’emergenza Coronavirus si fanno di giorno in giorno più incontrollabili e il punto di non ritorno pare a un passo.

E nelle scorse ore lo stesso Faenza è stato costretto a chiudere temporaneamente una delle strutture di cui è proprietario, il Principe in corso Vittorio Emanuele. «E se continuerà così - sottolinea - presto toccherà agli altri quattro hotel che ho tra Modena e l’Appennino. Non ho più una prenotazione ed è la stessa cosa per gli altri albergatori modenesi che hanno visto azzerarsi le presenze, non solo legate alle aziende, ma anche al turismo dall’Italia e dall’estero. La scorsa settimana siamo passati da un’occupazione media delle camere dell’80% al 20% e ora siamo precipitati a zero. Sinceramente nessuno si attendeva un crollo del genere». E adesso? «Adesso - dice Faenza - ci rivolgiamo alle istituzioni e in particolare all’amministrazione perché metta campo azioni concrete. E’ indubbio che sia necessario tutelare la salute della popolazione, ma al contempo è bene definire come aiutare il tessuto economico subito e non domani».

Il presidente di Federalberghi si aspetta «che il Comune interceda con Hera perché rimandi i pagamenti delle utenze, poi chiediamo deroghe e slittamenti per Tari, Imu e Tosap. Non siamo purtroppo più nelle condizioni di rispettare le varie scadenze». Faenza disegna una situazione praticamente al collasso: «Come facciamo a retribuire i nostri dipendenti? Possiamo fare smaltire le ferie, i permessi, certo, ma sono soluzioni che esauriscono i loro effetti in pochi giorni. Se non viene lanciato un salvagente nell’immediato, ci saranno delle strutture che chiuderanno definitivamente». E oltre agli aiuti concreti, Faenza si aspetta un ragionamento serio sulla riprogrammazione di fiere ed eventi rimandati a data da destinarsi.

«Mi auguro che questi appuntamenti non vengano recuperati tutti nello stesso periodo altrimenti sarebbe la fine. L’auspicio è che gli organizzatori e le istituzioni coinvolte decidano un calendario spalmato su più mesi. Le prospettive nel breve periodo sono disastrose: il turismo non riparte da un giorno all’altro e prima di convincere le persone a riprendere le loro abitudini, anche negli spostamenti, ci vorrà tempo».

Vincenzo Malara