"I consiglieri comunali tornino in aula"

Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia: "Continuare da remoto significa compromettere il meccanismo democratico"

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di Francesco Vecchi

La politica torni all’interno delle aule, e lungo i corridoi, perché l’emergenza sanitaria è finita. Elevare a prassi la partecipazione attiva ai consigli comunali anche da remoto oggi vorrebbe dire compromettere il meccanismo democratico che contraddistingue i parlamentini delle nostre città. Firmato, Michele Barcaiuolo. Quella sull’opportunità di continuare ad offrire ai consiglieri comunali l’opzione dello smart working è una presa di posizione netta, da parte del coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. In teoria, infatti, da quando lo stato di emergenza si è concluso (fine marzo), i consiglieri non possono più seguire le sedute da casa; in pratica, però, ci sono mozioni che stanno prendendo forma, e non rappresentano casi isolati, all’interno delle quali si guarda alla politica ‘smart’ come ad una modalità da ufficializzare ed istituzionalizzare per il futuro. Proprio contro questo scenario ha preso posizione l’esponente del partito di Giorgia Meloni, che rappresenta anche in Regione, promettendo battaglia a questo proposito, ma ammettendo anche che spera non sia necessaria: "Ho avuto modo – spiega Barcaiuolo – di confrontarmi di recente con i vertici di Lega e Pd sul tema, e anche col presidente Bonaccini. Anche loro convergono verso la mia posizione, non si può fare politica accendendo semplicemente il computer e standosene comodamente a casa, magari facendo altro nel mentre. Questo era possibile durante l’emergenza, ma ora che non c’è più, perché è finita, lo smart working non può restare un’opzione. Non nei consigli comunali".

Però c’è chi al contrario vorrebbe, appunto, rendere la modalità di lavoro da remoto una garanzia anche per le sedute del post Covid. “"Modena, ad esempio. Lì la mozione è già stata fatta – fa notare il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia - ma sono convinto che una volta percepito l’errore non si darà seguito a modifiche del regolamento. In altro comuni siamo riusciti a fermare questa deriva prima che prendesse forma. Insomma, dei tentativi ne abbiamo visti diversi, nonostante la conferma dello smart working potenzialmente metta in forte discussione il senso del consiglio comunale". Per esempio, suggerisce Barcaiuolo, la questione del numero legale: "Come si fa a garantirlo con consiglieri che magari si connettono solo ed esclusivamente per fare in modo che venga raggiunto? Inoltre ricordo che – aggiunge Barcaiuolo – chi partecipa ai consigli comunali prende un gettone di presenza, il più delle volte simbolico, ma pur sempre un gettone". Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia promette impegno su questo tema in Regione: "Un conto è normare questa possibilità nel caso in cui dovessero malauguratamente insorgere altre emergenze nazionali, altro è legittimare il consigliere in pigiama. E’ inaccettabile. Di sicuro Fratelli d’Italia farà di tutto per bloccare lo smart working della politica convinti che, come promesso, i vertici degli altri partiti intervengano dove ci sono state fughe in avanti".