I meteoriti di Sighinolfi al museo Gemma

L’ex docente di Geochimica di Unimore ha donato la sua collezione all’Ateneo. Il direttore Bertacchini: "Prezioso contributo"

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di Alberto Greco

Era il 1766 quando ad Albareto, in prossimità della città ducale cadde un "sasso dal cielo". Da quell’evento si può pensare risalga il vasto interesse dedicato dalla comunità scientifica modenese ai meteoriti. Quel sasso e altri frammenti sono andati a costituire una importante collezione di meteoriti conservate nel Museo universitario Gemma, che giusto oggi - Giornata internazionale dei Musei 2022 - riceverà un’altra preziosa donazione, composta da 82 frammenti di meteoriti.

Questa la volontà espressa dal professor Gian Paolo Sighinolfi (nella foto), già docente di geochimica e vulcanologia dell’ateneo, che ha deciso di trasferire e rendere pubblica la sua preziosa collezione. "Sono non solo materiali extraterrestri – spiega Sighinolfi oggi ottantaquattrenne – ma anche materiali legati ad eventi extraterrestri. Oltre alle meteoriti, io dono al museo anche materiali terrestri che sono rimasti coinvolti in eventi di impatti con corpi asteroidali sulla Terra. Sono stati raccolti prevalentemente durante campagne in siti ora quasi irraggiungibili, zone impervie del Sahara al confine tra Egitto e Sudan e tra Egitto e Libia, oggi insicuri perché teatro di eventi di guerra. Risalgono ad epoche molto variabili, in quanto riguardano eventi recenti dell’ordine di poche migliaia di anni a partire dal presente fino ad eventi occorsi centinaia di milioni di anni fa".

Con questa donazione Unimore amplia la sua collezione storica di meteoriti, che può essere documentalmente fatta risalire al 1819, quando l’Arciduca Massimiliano d’Este portò in regalo al Duca Francesco IV due frammenti di un meteorite caduto a Stannern, in Moravia (oggi Repubblica Ceca). Ma – si diceva – si potrebbe andare molto più indietro nel tempo al 1766, quando il gesuita Domenico Troili descrisse la caduta di quel "sasso dal cielo". È universalmente accettato che quella riportata nel trattato del Troili sia la prima descrizione scientificamente appropriata di un evento di caduta dal cielo di sassi o pietre avvenuta in tempi moderni.

"Le ricerche in campo meteoritico del professor Sighinolfi - afferma Milena Bertacchini, responsabile del Museo Gemma - hanno favorito la conservazione e la valorizzazione della collezione storica di Meteoriti oggi esposta al Museo universitario Gemma. La donazione della sua collezione personale di frammenti di meteoriti, tettiti e materiali d’impatto, rappresenta un ulteriore e prezioso contributo al nostro patrimonio museale ed alle ricerche in questo campo". In occasione della donazione il professor Sighinolfi terrà una conversazione alle 17,30 in Largo Sant’Eufemia a Modena su ’Meteoriti e crateri d’impatto’. "La Terra è costantemente bersagliata da corpi celesti. I crateri d’impatto – chiarisce Sighinolfi - che questi corpi imprimono sulla superficie terrestre sono come finestre sul passato, sul presente e sul futuro del nostro Pianeta".