I misteri della morte di Alice, la versione di Mohamed in tribunale

Il 29enne all’udienza per la scarcerazione potrebbe rilasciare dichiarazioni spontanee o una memoria scritta. Sulle tracce di droga nei resti di Alice la famiglia chiede "rispetto per il dolore indicibile che stiamo provando"

I misteri della morte di Alice,   la versione di Mohamed in tribunale

I misteri della morte di Alice, la versione di Mohamed in tribunale

di Valentina Reggiani

Dichiarazioni spontanee oppure una memoria scritta. Non è escluso che domani mattina, nell’ambito dell’udienza al tribunale della libertà di Bologna il principale sospettato per l’atroce delitto di Alice Neri, Mohamed Gaaloul racconti per la prima volta la propria versione dei fatti. Il tunisino di 29 anni, difeso dall’avvocato Roberto Ghini non è escluso infatti che decida di rilasciare dichiarazioni spontanee se presente all’udienza oppure descrivere attraverso una memoria ciò che – a suo avviso – sarebbe accaduto la notte dell’omicidio.

Un omicidio efferato e crudele da cui lo straniero si sarebbe sempre dichiarato estraneo. L’udienza al Riesame è volta a valutare la richiesta di scarcerazione di Gaaloul, avanzata dal legale difensore che ritiene non vi siano prove sufficienti, nei confronti dell’uomo, per giustificarne la custodia cautelare in carcere. Nel frattempo, però, la procura ha depositato nuovi e corposi ‘faldoni’ relativamente alle indagini nel frattempo condotte dagli inquirenti. Il giovane, una volta scattato l’ordine di cattura aveva specificato di aver accettato un passaggio verso casa dalla vittima, dopo averla incontrata all’esterno dello Smart cafè dove entrambi sono stati visti alle 3.30 e fino alle 3.40 di giovedì notte da diversi testimoni. Cosa sia accaduto dopo, però, a distanza di oltre due mesi dal delitto resta un mistero. Le indagini svolte dai carabinieri, coordinati dalla procura hanno messo in luce i diversi passaggi della Ford Fiesta della vittima, rimasta ferma per circa un’ora sul lungo argine, in via Forella. Dopo di che l’auto si è immessa sulla provinciale, intorno alle 5.12 per poi – presumibilmente – raggiungere quel tratto di campagna tra i due laghetti in cui la giovane mamma di Ravarino è stata brutalmente ammazzata. Gli spostamenti della vettura sono stati via via immortalati dalle telecamere che però avrebbero ‘restituito’ anche il passaggio di altre due, tre vetture di colore scuro in orario compatibile con il delitto.

Come è recentemente emerso, gli esami tossicologici condotti sui pochi resti tissutali della vittima hanno rilevato tracce di alcol e cocaina. Chi può aver somministrato droga alla giovane vittima? Potrebbe essere stato lo stesso indagato oppure un’altra persona ad ‘istigarla’ ad assumerla? Alla luce degli accertamenti medico legali potrebbero aprirsi nuove ipotesi circa il movente dell’atroce femminicidio? Domande a cui gli inquirenti cercano ora di trovare risposta attraverso meticolose indagini che non si sono mai concluse. Intanto l’avvocato della famiglia Neri – Marzoli, il legale Cosimo Zaccaria afferma che: ‘in merito all’articolo in cui la povera Alice viene accusata del presunto uso di sostanze stupefacenti, meraviglia la spettacolarizzazione del dolore indicibile che la famiglia sta provando e sempre proverà.

Meraviglia la divulgazione di presunti dati processuali e tecnici certamente lesivi dell’immagine della povera donna e questo a pochi giorni dall’udienza fissata per decidere se scarcerare l’indagato. La famiglia chiede rispetto. Ad oggi, riguardo ai pochi resti di una mamma, di una donna brutalizzata deve ancora celebrarsi il funerale. Ancora una volta si chiede umanità e rispetto. Poi, con calma, la famiglia valuterà ogni azione, nessuna esclusa.