Modena, 23 giugno 2025 – "Spero che emerga la verità. Spero che qualcuno ci aiuti a scoprire la causa della morte: non soffriva di alcuna malattia. Era in buona salute a Modena, da quel che so, non ha fatto nulla di male".

A parlare è Faisal, il fratello di Marouane Chalat, il 39enne marocchino trovato cadavere venerdì sera in strada Cavo Argine. Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, pare fosse lì da qualche giorno. L’identità, dunque, seppur si attendano ancora gli esiti degli accertamenti sarebbe pressoché appurata mentre restano sconosciute le cause della morte dell’uomo. Gli inquirenti – le indagini sono della squadra mobile – propendono per un decesso accidentale, forse cause naturali ma solo l’autopsia, disposta nelle prossime ore, potrà stabilirlo.
A trovare il corpo, intorno alle 21 di venerdì sera era stato un passante che subito aveva lanciato l’allarme. Sul posto erano quindi intervenuti i vigili del fuoco, gli agenti della volante, i sanitari del 118 e la mobile che sta ora conducendo le indagini.
"Era arrivato in Italia nel 2011 – spiega il fratello – , Marouane voleva sistemarsi economicamente e trovare un lavoro. Inizialmente mi diceva che lavorava – continua – ma dopo credo non avesse più un impiego. Era partito da Béni Mellal, in Marocco, con tante speranze; era bello e gentile. Amava l’Italia e non era più tornato in Marocco non avendo i documenti necessari. Parlavamo con lui di tanto in tanto e gli chiedevamo della sua situazione: ci diceva che stava cercando di ottenere i documenti necessari per la residenza. È passato un po’ di tempo da quando abbiamo parlato io e lui, ma credo che abbia parlato con l’altro nostro fratello il 14 giugno: stava bene" rimarca ancora Faisal.
Il giovane sottolinea come la sua speranza è che in quel tratto di strada vi siano telecamere. "Magari è stato investito – conclude – o forse è successo altro, potrebbe essere caduto. Noi chiediamo solo di sapere la verità".
La conferma dell’identità del 39enne arriverà con l’esito degli accertamenti medico legali. Addosso, l’uomo aveva il cellulare che è stato prontamente analizzato. Pare che in realtà e da tempo il 39enne fosse senza fissa dimora e fosse noto alle forze dell’ordine. Ad un primo esame esterno, non sarebbero stati riscontrati traumi compatibili con una morte violenta. Ecco perché l’ipotesi di un omicidio sarebbe stata esclusa. Le indagini sono comunque in corso.