Il bacino dei precari resta alto

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Roberta

Orfello*

Gli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro giugno 2022 hanno suscitato entusiasmo: davvero è aumenta l’occupazione in Italia? Possiamo dire che in questo mese è certamente aumentata ma analizzando il dato scopriamo che resta ancora molto alto il bacino dei lavoratori precari e di quelli assunti con part time involontari. Rimane il nodo cruciale sulla componente femminile e giovanile con ampi livelli di disoccupazione, incrementata dalla riduzione del numero degli inattivi, in cerca di un’occupazione che confluiscono ora in questo bacino. Allargando lo sguardo agli ultimi dodici mesi la crescita dell’occupazione è data perlopiù dalla spinta del lavoro a tempo determinato. In sintesi, la produzione cresce, portando con sé scarsi risultati sul fronte della quantità e in particolare della qualità del lavoro: i precari restano sopra i 3 milioni e gli occupati con bassi salari sopra la quota di 5 milioni di unità. Rimaniamo ancora lontani dal resto d’Europa, collocandoci nove punti al di sotto della media del tasso di occupazione europeo. Nella nostra provincia le previsioni per il trimestre luglio-settembre evidenziano una ripresa e un incremento delle nuove assunzioni, per la metà a tempo determinato e quasi un terzo (con picchi per il mese di agosto) in somministrazione (Dati Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior). I dati ci mostrano che a fronte di un reale aumento dell’occupazione, il problema del lavoro povero e precario rimane e con questo la necessità di interventi a contrasto della precarietà, sull’aumento dei salari e sul regime degli orari. Il sistema basato sulla precarietà dei contratti, oltre a non favorire la stabilità lavorativa, è uno dei fattori che causano la crescita del fenomeno del declino demografico, che a sua volta è strettamente legato a quello della diminuzione della popolazione in età lavorativa e alla tenuta del nostro sistema. Quindi sì, l’occupazione è aumentata ma i problemi di precarietà e mancanza di diritti sul lavoro restano.

*Segreteria provinciale Cgil Modena