Il bioparco è un giardino zoologico delle meraviglie Dal 1911 ospita specie tra le più rare al mondo

Il bioparco è un giardino zoologico delle meraviglie  Dal 1911 ospita specie tra le più rare al mondo

Il bioparco è un giardino zoologico delle meraviglie Dal 1911 ospita specie tra le più rare al mondo

Nella mattina di martedì 9 maggio, durante la gita scolastica, abbiamo visitato il bioparco di Roma che si estende per ben 17 ettari in prossimità di Villa Borghese e comprende anche un rettilario e una grande voliera a struttura geodetica, unica in Europa. La storia del giardino zoologico comincia nel lontano 1911, quando l’architetto Caro Hagenbeck, lo progettò e lo edificò. Sin dalla sua nascita, lo zoo si distinse per essere uno dei più moderni d’Europa, superando in bellezza quelli di Berlino e Parigi. La sua particolarità era che, pur essendo stato concepito per il mero divertimento del pubblico, fu il primo a sostituire le gabbie con i fossati.

Oggi il bioparco è una struttura in cui le parole d’ordine sono la conservazione delle specie in via di estinzione e l’educazione nei confronti della biodiversità. Di fronte a fenomeni che mettono a dura prova la sopravvivenza degli animali quali: la deforestazione, il bracconaggio, l’inquinamento e i cambiamenti climatici, le realtà come quella del bioparco romano sono fondamentali. Oggi il parco ospita circa 1200 animali di circa 150 specie tra i rettili, mammiferi e uccelli. Fra tutti gli animali presenti, quello che mi ha colpito di più per la sua particolarità è il drago di Komodo: è un rettile che vive in Indonesia, nelle isole vulcaniche di Komodo, in foreste tropicali e savane. E’ la più grande lucertola esistente, può raggiungere i 3 metri di lunghezza e gli oltre 90 chili di peso. E’ un animale carnivoro che si nutre di animali di grandi dimensioni come cervi, cinghiali e bufali d’acqua. In passato si riteneva che il suo morso provocasse la morte per l’azione di batteri tossici contenuti nella saliva, recenti ricerche hanno invece dimostrato la presenza di vere ghiandole velenifere. La visita è stata molto emozionante perché ho potuto vedere specie protette che mai avevo visto prima.

Olga Cortesi