"Il booster funziona anche contro Omicron: meno morti e ricoveri"

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"Continuiamo a vaccinare perché con la terza dose abbiamo una capacità molto buona di proteggere le persone anche dalla variante Omicron". L’invito è dell’immunologo Andrea Cossarizza che prende in esame gli ultimi studi svolti dalla comunità scientifica a livello internazionale. I ricercatori sono riusciti a dimostrare che dopo il booster, a distanza di una o due settimane dalla somministrazione, nell’organismo di una persona vengono prodotti anticorpi di qualità migliore, capaci di neutralizzare anche una delle varianti più pericolose per la sua capacità di diffusione. "La Omicron è molto meno ‘pericolosa’ della Delta in termini di malattia in quanto tale, ma è molto più infettiva". Rispetto all’infezione causata dal Covid nella sua forma originaria, con questo tipo di variante le vie respiratorie vengono aggredite in forma minore. "Le cellule del polmone si fondono meno quando c’è Omicron rispetto a quando c’è Delta o il ceppo originario – prosegue l’immunologo – e questo porta a meno infiammazione e a meno danni polmonari. Meno non vuol dire che non ci sono danni. E in proporzione abbiamo più persone infettate che potenzialmente possono finire in ospedale". Il docente si sofferma poi ad analizzare l’aumento esponenziale di tamponi: "I numeri parlano da soli, mai ci saremmo immaginati di dover eseguire 13mila tamponi al giorno. Nonostante questo il sistema sanitario sta tenendo. Del resto al momento non esistono altri modi per controllare se una persona è stata infettata dal Covid. È ovvio che si tratta di numeri veramente pesanti e che camminando per Modena vicino ad alcune farmacie pare di essere davanti a un ‘tamponificio’. Ma è un fatto inevitabile". L’importante è che non si formino assembramenti proprio nel momento in cui si è in fila in attesa di eseguire il test. "Da due anni ormai predichiamo di non creare assembramenti, di indossare la mascherina anche all’aperto e di lavare frequentemente le mani".

p.t.