Il brano per il pilota icona: Bedoni celebra Parlotti

La ballata ’Verandah’ scritta dal giornalista ha conquistato la città di Trieste nel cinquantesimo anniversario della morte del centauro sull’isola di Man

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di Francesco Vecchi

La ballata di Alessandro Bedoni dedicata al motociclista Gilberto Parlotti, fermato dal destino a poche miglia da una vittoria che lo avrebbe lanciato verso il titolo iridato della 125, diventa colonna sonora nei giorni del ricordo. Si intitola ’Verandah’, proprio come quella curva fatale al pilota nato a Zero Branco (Treviso) e triestino d’adozione di 32 anni, morto il 9 giugno di cinquant’anni fa mentre dominava la gara più pericolosa del mondo, il ’Tourist Trophy’ sull’isola di Man. Bedoni, giornalista appassionato che da anni scrive del Modena calcio per il nostro giornale, la sera di quell’estate del 1972 la ricorda molto bene, perché a tal punto lo colpì una notizia resa pubblica un po’ troppo di fretta, anche se all’epoca aveva solo dodici anni: "In chiusura del telegiornale diedero l’annuncio, in modo laconico, quasi infastidito. Parlotti era morto". Così, come per rendere giustizia a un talento che avrebbe mertito ben altro commiato, Bedoni alla vicenda di quel motociclista rimasto campione incompiuto, e anche per questo iconico, ha dedicato un brano che gli è valso una settimana fa un invito carico di significati: a Trieste il giornalista e cantautore è stato tra i protagonisti degli eventi organizzati nel cinquantenario dall’incidente mortale di Parlotti; il testo della sua ballata, ’Verandah’, accoglieva i visitatori al museo ’Revoltella’, dove era esposta la Morbidelli di quella gara maledetta. "Chi l’avrebbe mai detto – si schermisce Bedoni –. A Trieste ho letto alcuni versi della canzone e ho ricevuto un applauso che al solo ripensarci mi vengono ancora i brividi. La mia ballata parte raccontando di qualcosa che avvenne la sera prima di quella gara sull’isola di Man. Parlotti chiese a Giacomo Agostini, dieci volte vincitore al TT e suo grande amico, di accompagnarlo in auto in ricognizione sul percorso affinché gli spiegasse come affrontare quelle curve difficilissime. L’indomani Parlotti avrebbe perso la vita sull’asfalto mentre era in testa – prosegue l’autore – in una giornata da tregenda, con nebbia e sferzata da una pioggia torrenziale. Agostini nella stessa giornata, quando spuntò il sole, vinse la 500, dopo aver saputo della tragedia, e disse che lì non avrebbe mai più gareggiato, come in effetti avvenne. La morte di Parlotti ha rappresentato uno spartiacque del motociclismo moderno: i piloti famosi iniziarono a disertare il Tourist Trophy, che da lì a breve perse la valenza di gara iridata". Fra i primi ad accogliere Bedoni a Trieste, il figlio di Parlotti, Paolo, che proprio come il cantautore seppe delle morte del padre da quella notizia letta di fretta al tg della sera. ’Verandah’ parla anche del suo viaggio all’isola di Man nel 2012, in memoria del genitore e dove ha posto una targa. Il brano su Youtube, ’Sandro Bedoni in concert: Verandah’.