
Gli interpreti de ’Il Cappello’
Cosa succede se, in un giorno importante, un cavallo... decide di mangiare il cappello di paglia di una signora? Ce lo racconta ’Il cappello di paglia di Firenze’, la farsa musicale che Nino Rota compose nel 1945, su un libretto scritto insieme alla madre Ernesta: una piccola opera esilarante, un tourbillon di disavventure, equivoci e bizzarrie. Ritroviamo proprio ’Il cappello’ nel cartellone della Casa Museo Pavarotti, dove la piccola opera andrà in scena sabato 21 giugno alle 21, con l’orchestra e i solisti del Conservatorio Vecchi Tonelli, 45 musicisti e 12 cantanti (diretti dal maestro Paolo Andreoli), a cui si unirà la corale Gazzotti guidata da Giulia Manicardi.
Nino Rota – che tutti ricordano per le straordinarie colonne sonore composte per il cinema, soprattutto per Luchino Visconti e Federico Fellini – aveva 34 anni quando scrisse ’Il cappello di paglia di Firenze’: negli ultimi tempi di guerra, questa storia sfrenata e divertente poteva essere come un segno e un sogno di libertà. ’Il cappello’ racconta di Fadinard che proprio nel giorno del matrimonio con la sua Elena deve affrontare un guaio: il suo cavallo ha divorato il cappello di paglia di una signora che si era appartata con l’amante, ma ovviamente non può tornare a casa senza quel prezioso accessorio, perché il marito geloso potrebbe insospettirsi. Fadinard inizia così una corsa contro il tempo, fra malintesi e fraintendimenti, per trovare un altro cappello di paglia identico a quello sparito. "È un’opera spassosa, ricca di intrighi e di situazioni imprevedibili. E, come nell’Elisir d’amore, tutto si svolge nell’arco di poche ore, come in una folle giornata – spiega il maestro Andreoli –. Abbiamo scelto questo lavoro di Nino Rota proprio per offrire agli studenti la possibilità di cimentarsi in una messinscena completa". L’allestimento scenico è a cura di Alessandra Panin, la regia di Lorenzo Profita.
s.m.