Il Consorzio gestisce 2100 km di rete idrica

Coinvolge 53 comuni e ha anche 88 stazioni di telerilevamento

Il Consorzio della Bonifica di Burana (toponimo di origine bizantina che significa "fossa senza fondo o burrone"), è un ente consortile istituito in base alla legge della regione Emilia-Romagna del 24 aprile 2009, il cui statuto risale al settembre 2010. E’ retto da un consiglio di amministrazione di 21 componenti eletti ogni cinque anni dall’assemblea dei consorziati, ovvero tutti i proprietari maggiorenni degli immobili iscritti nel catasto consortile, integrato da tre sindaci o assessori delegati in rappresentanza dei comuni ricompresi nel comprensorio, di cui uno almeno rappresentante dei comuni montani. L’attuale consiglio resterà in carica fino al 2025. Il suo comprensorio di competenza, che scende dall’Appennino fino al Po, ricade all’interno di tre Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana, limitatamente al comune di Abetone) ed ha una superficie complessiva di 242.521 ettari, di cui 156.471 in pianura e 86.050 in montagna, ovvero 53 comuni, 37 dei quali ricadono in provincia di Modena. Gestisce un reticolo molto complesso formato da un percorso lungo 2.150 km di canali, le cui acque sono regolate da 56 impianti idrovori, che le immettono o le derivano dai fiumi, le sollevano su terreni più alti, le distribuiscono nelle campagne, oltre 2.000 manufatti per la regimazione delle acque, 1 cassa di espansione, 88 stazioni di telerilevamento, per un continuo monitoraggio dei livelli dei corsi d’acqua, ora ai minimi. In questi anni il consorzio ha piantumato e gestisce inoltre 50 chilometri di siepi, boschi e prati.

Tra i suoi compiti la difesa dagli allagamenti, la derivazione dell’acqua dai fiumi e la sua distribuzione all’agricoltura.

Al.G.