"Il coro della ’svolta’ sulle note di Modugno"

L’aneddoto: "Tornavamo da Teramo e arrivò la notizia del ko della Reggiana. I ragazzi iniziarono a cantare ’Volare’ dicendo ’Attilio’. Ma io non mi girai mai"

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di Alessandro Troncone

Nei racconti di Attilio Tesser ci si perde, per davvero. D’altronde, la cavalcata è stata lunga e piena di dettagli, episodi, momenti ognuno a suo modo particolare e decisivo, perché nel percorso di una squadra vincente è compreso tutto. E allora, se ricordate, c’è una data (il 23 febbraio) e un viaggio (di ritorno, da Teramo) indimenticabili. Quel giovedì sera la Reggiana perde la sua prima partita a Gubbio e i canarini, grazie alla doppietta di Tremolada in Abruzzo volano a +3: "Quando qualcuno aveva perso a Gubbio, ricordo di aver sentito i ragazzi in pullman intonare un coro nei miei confronti sulle note di ’Nel blu dipinto di blu’ – ha sorriso il tecnico, ieri ospite della nostra redazione – ma non mi sono mai girato. È successo altre tre o quattro volte ma non mi sono mai girato, né ho guardato cosa avevano fatto i nostri avversari, non ce ne sarebbe stato bisogno perché lo percepivo dal coro e dai ragazzi. E Gubbio è stato un primo segnale del fatto che loro potessero essere in difficoltà, prima o poi sarebbe dovuto accadere, all’inizio avevamo avuto noi qualche difficoltà e in quel momento è toccato a loro. Ma ad ogni modo alla Reggiana voglio fare i complimenti, è stato un campionato bellissimo". Questo, per raccontarvi la ’normalità’ di un uomo venuto a Modena sì per provare a vincere, ma soprattutto per mettere a disposizione tutte le sue capacità a piazza, club e giocatori. Partendo da dei valori mai banali: "Senza lo spogliatoio non si va da nessuna parte, la volontà di un gruppo fa la differenza così come avere tutti che remano dalla stessa parte – ha continuato – Dico sempre che abbiamo tutti una piccola bottega da difendere, per questo al mio direttore chiedo sempre di acquisire informazioni sugli uomini ancor prima che sui calciatori. Con me nessuno ha la certezza di giocare 38 partite, se la giocano perché la prima cosa è sempre il gruppo".

Siamo poi andati a fondo delle dinamiche canarine, dai post partita ai progetti futuri: "A volte riguardo le partite di notte, magari un tempo solo, dipende anche da quanto sono stanco – ha raccontato Tesser – alla squadra le facevo rivedere, poi ho smesso. Meglio fare una chiacchierata con loro e poi correggere sul campo, se devo invece riferirmi ad un episodio particolare chiamo il giocatore in questione e riguardiamo il video. È stato un anno intenso, abbiamo affrontato l’emergenza difensore, poi quella degli attaccanti, e solo con grande unione ci si poteva riuscire. Perdere un leader come Marotta ha pesato, per lui dispiace dal punto di vista sportivo e umano. Pesante anche perdere un ragazzo come Bonfanti sul quale noi abbiamo puntato, ha una muscolatura da gestire bene. In tema di giovani, ora che andremo in B, dipenderà dalla società. Faccio un esempio: avevamo Nelli, un giocatore che a me piace tantissimo, ma era giusto andasse a giocare a Fiorenzuola. E sulla linea della prossima stagione ci troveremo la prossima settimana. Ma dico una cosa, a Pordenone dopo aver vinto la C arrivammo quarti in B senza fare chissà quali operazioni di mercato. L’importanti è che ci siano giocatori con forti motivazioni e che abbiano anche qualità. I contratti pluriennali che abbiamo? Se qualcuno non rientrerà nel progetto, sarà più facilitato a trovare una collocazione perchè è reduce da una vittoria del campionato".

E poi c’è quel gol di Gagno: "In quel caso la fortuna c’è stata, ci mancherebbe altro – ha sorriso – secondo me la palla ha preso velocità toccando terra ed è entrata. Ma prima di quello che ci sono stati 88 punti conquistati e se devo essere sincero, di quella partita con l’Imolese ancora non mi va giù l’episodio del calcio rigore e poi la mia espulsione".