Il crollo dei valori a Nozze con il totalitarismo

La recensione degli studenti del liceo Muratori-San Carlo: «Nella piéce teatrale di Canetti l’invito a una riflessione sul materialismo»

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Vienna, 1932. Cupidigia e lussuria dominano la società materialista agli albori della opprimente dittatura hitleriana. Il popolo tedesco, dopo la cocente sconfitta della Prima Guerra Mondiale, ritrova la sua patria in rovine così come l’ethos della nazione stessa. La caduta dei valori fondativi e degli ideali romantici induce i singoli a rifugiarsi in effimeri piaceri carnali e interessi economici volti all’arrivismo individualista. È in questo contesto storico che prende forma la pièce teatrale Nozze, scritta dal premio Nobel per la letteratura Elias Canetti, messa in scena a Modena per la prima volta dalla compagnia teatrale di Emilia Romagna Teatro Fondazione e diretta da Lino Guanciale. Il primo atto inizia con un conto alla rovescia, dai giorni nostri fino al 1932, all’interno di una palazzina viennese, ove le vicende private dei condomini, apparentemente slegate tra loro e dominate dal solipsismo economico di una drammaticità prossima al tragicomico, convergono in un unico fine: appropriarsi della casa della signora Gilz. La scena prima, rappresentante la singolarità di ogni famiglia del palazzo, avanza spostando progressivamente l’attenzione dello spettatore verso il centro dello spettacolo: le nozze di Christa e Michel. È allora che inizia la vera narrazione e la caratterizzazione dei singoli personaggi, che si dimostrano veri e propri figli del loro tempo. Dal purgatorio delle vite private, dove ognuno deve ottemperare al proprio dovere e far fronte alle proprie necessità, ci si innalza all’ultimo piano del palazzo, un paradiso espressionista, che si rivela grottescamente alla fine della pièce un inferno di valori decaduti.

Nel salotto allestito per la celebrazione del matrimonio, il turpiloquio mondano intessuto dagli invitati mette in luce il conformismo borghese ponendo in risalto la morale decadente dei personaggi. Ne sono esempio Johanna Segenreich, madre della sposa, che intraprende una relazione adultera con il proprio genero; Monika Gall, invitata al matrimonio, che, seppur in presenza del marito, presta attenzioni ad altri uomini, tramando con loro l’avvelenamento del coniuge al fine di ereditare la sua farmacia; il medico settantanovenne Bock che presta laide attenzioni alle giovani donne presenti al matrimonio, compresa la sposa, con cui da anni ha una relazione. In un contesto generale, si può quindi dire che anche lo stesso matrimonio appena nato è già corrotto dai vizi dissoluti della società dell’epoca. Tale degradazione porterà allegoricamente ad una forte scossa di terremoto sulla palazzina, che nel contesto storico corrisponde proprio all’ascesa di Hitler e dell’ombra nazi-fascista dilagante in Europa. La società, però, ormai irrecuperabile dal suo stato misero e inadeguato, sarà condannata alla perdita di tutti i valori.

In conclusione, possiamo dire che lo spettacolo Nozze non solo trasmette allo spettatore una visione grottesca della realtà e della società del tempo attraverso l’utilizzo di un registro satirico e un umorismo a tratti cinico, ma riflette anche problematiche che sono ancora oggi attuali nella società, come il forte materialismo e la superficialità che caratterizzano i protagonisti dell’opera. Il colpo di scena finale contribuisce alla creazione di un’atmosfera ansiogena, intensa e perturbante, data dalle forti urla del narratore e dei protagonisti, che lascia lo spettatore con gli occhi incollati alla scena fino all’ultimo istante. «Che cosa farete per la persona amata?».

Naima Lazzarini, Francesca Luppi. Micaela Serri, Mattia Biolcati, Pietro Scaringella

5 BL, Liceo linguistico Muratori-San Carlo