
Una veduta aerea del Kiwi Club, la mitica discoteca di Piumazzo
Modena, 19 giugno 2025 – Il Tribunale di Modena ha messo all’asta l’ex discoteca Kiwi di Piumazzo, una delle vere e proprie ‘cattedrali’ del divertimento tra Anni Settanta del Novecento e primi Anni Duemila (fu chiusa definitivamente nel giugno del 2012). Dopo anni in cui l’immobile versa nel degrado, tra rifiuti abbandonati al suo interno e accessi abusivi, ora il curatore fallimentare che ha in mano tutta l’area dell’ex discoteca ha deciso appunto di tentare l’asta pubblica.
Fino alle 12 del 21 luglio, si potranno presentare offerte per l’acquisto di tutto l’immobile dell’ex discoteca (il numero di questa pratica presso il Tribunale di Modena è la numero 68/2023) con base d’asta di 1.500.000 euro, offerta minima di 1.125.000 euro, rilancio minimo di 20mila euro. I
noltre, per i più nostalgici, nell’ambito della liquidazione giudiziale della società Building srl, sono state messe all’asta anche le due insegne con la scritta "Kiwi". In questo caso, il prezzo di base è stato fissato in 5mila euro, l’offerta minima in 3.750 euro e la gara si terrà il 23 luglio.
Tutti contenti? Sì e no. L’amministrazione comunale di Castelfranco Emilia, da un lato, rivendica: "Il Comune di Castelfranco Emilia ha svolto un importante ruolo nel garantire la messa in sicurezza dell’area, in coordinamento con Arpae e il curatore fallimentare. È fondamentale impegnarsi per trasformare questa criticità in una grande opportunità di rigenerazione urbana, intesa in senso ampio: non solo edilizio, ma anche sociale, culturale, economico e ambientale".
Il dj Massimo Gavioli, proprietario con Fabrizio Zanni del marchio "Kiwi Cathedral", commenta invece: "Siamo molto amareggiati da questa notizia, perché da tempo ci eravamo messi a disposizione per la messa in sicurezza dello stabile, organizzando magari anche una festa per raccogliere fondi per questo scopo. Nessuno ci ha mai contattati. Ora ce lo siamo trovati all’asta e, nonostante conosciamo alcuni imprenditori, sarà difficile presentare un’offerta. Ma stiamo a vedere come andrà: bisogna tenere conto che, se la base è di 1,5 milioni, per sistemare tutto ce ne vogliono 6 o 7. Noi siamo disposti a parlare riguardo ai diversi progetti che abbiamo per quell’area".