
Leontina: "Era troppo buona per abbandonare una persona in difficoltà". Il Comune di Sassuolo: "Mai abbassare la guardia, nessuna va lasciata sola".
Reggio Emilia, 17 maggio 2025 – Il dolore è troppo forte per descriverlo a parole. È distrutta Leontina, sorella maggiore di Daniela (nella foto a destra). A lei la vittima dell’atroce delitto aveva ‘affidato’ le ultime parole, dicendole dove si trovasse nel caso in cui le fosse capitato qualcosa ma, soprattutto, sottolineando che lei quell’uomo che già aveva precedenti per violenza contro le donne, lo voleva aiutare. "Le sue ultime parole poche ore prima di essere uccisa sono state che nonostante tutto quello che aveva subito non poteva abbandonarlo e lo voleva aiutare a rimettersi in piedi per uscire dalla droga" racconta Leontina. "Era una persona troppo buona per poter abbandonare una persona in difficoltà. Ha pagato perché voleva solo aiutare, ecco com’era Daniela".
E’ stata proprio la sorella a dare l’allarme ai carabinieri insieme all’ex compagno della vittima (padre del figlio di 11 anni): la donna, infatti, non rispondeva più al telefono. Con la sorella si confidava così come con le amiche alle quali a dicembre aveva ammesso di essere stata vittima di violenza da parte di Pancaldi, oggi in carcere. "Siamo distrutte – commentano le amiche –. Aveva smesso di uscire con noi perché sapeva che con quella relazione noi non eravamo d’accordo".
Una "tragedia annunciata". La tragedia che ha scosso due comunità: Sassuolo e Correggio. "Sassuolo si stringe attorno alla famiglia di Daniela, colpita da un dolore inimmaginabile. Come amministrazione, rinnoviamo il nostro impegno contro ogni forma di violenza, consapevoli che la giustizia dovrà ora svolgere il proprio compito con la massima serietà. Di fronte a episodi così gravi e ingiustificabili, ribadiamo con forza quanto sia fondamentale non restare soli. Invitiamo chiunque – donne in difficoltà, ma anche amici, familiari, vicini che notano segnali preoccupanti – a rivolgersi ai nostri servizi territoriali o a contattare il Centro Antiviolenza Tina, attivo sul territorio. Il Centro Tina non accoglie solo donne che hanno subito violenza, ma è anche un punto di riferimento per prevenire le escalation e aiutare chi si trova in relazioni segnate da abusi fisici, psicologici o emotivi. Mai abbassare la guardia. La violenza può essere riconosciuta, fermata, prevenuta. Per Daniela, per tutte".
"Questa tragedia – fa eco il Comune di Correggio – dimostra ancora una volta l’urgente necessità di politiche per contrastare in ogni forma la violenza di genere. La sua memoria sia monito e responsabilità per ognuno di noi". Udi Modena invita a superare la cultura patriarcale e l’idea, alla base di tutti i femminicidi, "che la donna valga meno e che debba godere di qualche concessione, forse gratificazione, da parte dell’uomo, fintanto che gli è utile e funzionale".