
Presentato il volume che ne illustra la storia
Il Duomo di Finale è uno scrigno di storia e di bellezza che merita di essere ancor più valorizzato. Lo hanno ribadito gli storici e gli esperti intervenuti alla presentazione (nella foto) del nuovo libro sul Duomo finalese, realizzato dal Gruppo studi Bassa Modenese, per iniziativa della Parrocchia e della ProLoco di Finale, con il sostegno di Casoni Liquori: proprio un anno fa l’antica chiesa finalese veniva restituita al culto, a 12 anni dal terremoto, e i lavori di recupero ne hanno esaltato ancor più il pregio. "Il 2024 è stato un anno molto significativ, con la riapertura del Duomo, della chiesa di Reno Finalese e del santuario degli Obici – ha esordito il parroco don Daniele Bernabei –. Un libro come questo serve a fissare la memoria". "Don Ettore Rovatti, che alla storia finalese ha dedicato anni e passione, sarebbe fiero di quest’opera", ha aggiunto il sindaco Claudio Poletti.
Fra le testimonianze contenute nelle più di 300 pagine del libro riccamente illustrato, anche quella (molto toccante) di don Roberto Montecchi, all’epoca del sisma cappellano a Finale e oggi rettore del Santuario di Fiorano: "Il terremoto è stato un evento che ha cambiato le vite di tutti", ha ricordato. "Nei secoli Finale è stata in grado di mantenere un notevole patrimonio storico che non si è disperso, e ancora nel 2012 la città era capace di aggregare la memoria. Purtroppo il terremoto ci ha portato via tanti luoghi, anche se confido che ce li potremo riprendere", ha detto, con la voce rotta dall’emozione, Massimiliano Righini che con Francesca Foroni ha curato il volume.
Il primo nucleo del Duomo finalese venne costruito già nel primo ‘200, ed è quindi uno degli edifici più antichi della comunità. Ovviamente con il tempo è stato ampliato, modificato, arricchito. Al suo interno – ha rammentato lo storico Marcello Toffanello – sono custoditi pregevolissimi dipinti, fra cui il ’Battesimo di Cristo’ del Bastianino e ora anche la ’Madonna col Bambino e San Lorenzo’ di Guercino. E, come ha spiegato Simone Roversi, direttrice dell’Ufficio beni culturali dell’arcidiocesi di Modena, il Duomo vanta anche un corredo di preziosi arredi sacri, reliquiari e ostensori, realizzati perfino da orafi veneziani, che meriterebbero un museo. Curare il Duomo dopo le ferite inferte dal sisma "è stata una sfida difficile, ma un’esperienza esaltante e stimolante", hanno ammesso gli architetti Micaela Goldoni e Francesca Ferrari che hanno seguito tutta la ricostruzione. Anche attraverso il nuovo libro, il Duomo ci ‘parla’ di fede, di storia, di meraviglia. Casa di Dio e Casa d’Uomo.
Stefano Marchetti