Il giorno del ‘bagno di folla’ per il Duomo rinato

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DOPO il Rito della Dedicazione del Duomo, di cui ogni anno si farà memoria, ieri è stato il giorno dell’amore ritrovato. Quello dei mirandolesi per la loro chiesa, rinata dalle macerie del sisma di maggio 2012 e aperta ufficialmente sabato 21 settembre, dopo 7 anni, quattro mesi e un giorno. Un amore visibile non solo nelle presenze, circa un migliaio i partecipanti alla messa festiva delle 10.30, ma dall’emozione e dalla gioia che traspariva sul volto di tutti. «Quante volte abbiamo sognato questo momento» raccontava ieri una mamma, in chiesa dalle 9 per assicurarsi i posti a sedere per la sua famiglia. «Un traguardo – dichiara Monsignor Cavina nel corso della celebrazione liturgica, accompagnata dal Coro Città di Mirandola – che pareva quasi irrealizzabile. Il Duomo è di nuovo un luogo di fede, preghiera, speranza, ma anche di storia, di vita dei mirandolesi. La nostra chiesa deve servire a portare tutti in Paradiso. Senza Cristo, il Duomo è come uno scrigno senza gioielli, affidiamoci anche a Maria, Patrona della Parrocchia». Il parroco don Flavio Segalina ringrazia anche a nome dei confratelli e della comunità Monsignor Cavina trattenendo a fatica la commozione. «Eccellenza, lei si è speso tantissimo perché questo giorno avvenisse. Abbiamo atteso e desiderato, oggi siamo nella gioia e se questi giorni segnano l’inizio d’autunno, per noi saranno giorni di primavera, di speranza. Possa il suo ministero essere fecondo». Ne è seguito un lunghissimo applauso, percepito, da un altrettanto commosso Monsignor Cavina, «come segno di gratitudine che questa comunità mi riserva al di là della mia fragilità e dei miei errori; tutto è stato fatto perché questa chiesa diocesana potesse recuperare il cammino di fede. Mi affido alle vostre preghiere, a ciascuno chiedo una Ave Maria». L’abbraccio tra il parroco e monsignor Cavina ha segnato un altro momento coinvolgente. Al termine della santa messa, in tanti si soni stretti attorno a Cavina. Tra i presenti anche l’imprenditore GianMarco Budri (Budri Marmi), che ha donato l’altare in marmo e il leggio, e la famiglia Reggiani che in memoria del loro caro, l’imprenditore Albertino, ha donato la Croce in creta dell’artista sorrentino di arte sacra Marcello Aversa. La Croce, ‘Vita Semper Vincit’, è collocata nella navata di sinistra del Duomo. Tra i doni ricevuti, che abbelliscono ulteriormente il Duomo, anche il quadro dell’amministrazione comunale. Per tutta la giornata di ieri, è stato continuo l’afflusso di gente in visita al Duomo rinato, in particolare alle 16.30, per il concerto della Filarmonica cittadini ‘G. Andreoli’ e alle 18.30 per la santa messa.

v. bru.