
Anche Nek alla partenza dei circa 1.400 giovani della Diocesi di Reggio e Sassuolo a Roma per il Giubileo dei Giovani: saluto anche dell'arcivescovo Giacomo Morandi
Sassuolo, 26 aprile 2025 – Doveva essere un’occasione di festa, un momento di gioia e condivisione. Invece, il viaggio che porterà circa 1.400 giovani della Diocesi di Reggio e Sassuolo a Roma si trasformerà in una testimonianza di fede e raccoglimento: i ragazzi infatti, accompagnati da 300 educatori, prenderanno parte sabato al Giubileo degli adolescenti, ma nel clima profondamente segnato dalla morte di Papa Francesco.
Il pellegrinaggio, pensato da mesi, ha preso il via ieri mattina, con decine di pullman in partenza da Reggio. A guidare spiritualmente il gruppo di reggiani e sassolesi c’è don Gabriele Valli, parroco di Scandiano e assistente di Azione Cattolica Ragazzi. Al momento della partenza è arrivata anche la visita di benedizione dell’arcivescovo Giacomo Morandi. Ma anche una sorpresa vip: il cantante Nek che ha accompagnato sua figlia, la quale parteciperà alla spedizione.
"Questo viaggio era stato pensato per un momento di festa – racconta don Gabriele – ma la morte del Papa ci ha chiesto di cambiare prospettiva. È stato faticoso da accettare, soprattutto per i ragazzi, ma ci siamo detti che anche in questo dolore può esserci un segno bello per i più piccoli".
Il messaggio che don Valli ha voluto trasmettere fin da subito è chiaro: non rinunciare alla speranza, anche nel lutto. "Abbiamo scritto agli educatori alla luce di due parole chiave che Francesco ci ha lasciato: misericordia e speranza. Sono queste le consegne più importanti che porteremo con noi a Roma".
Pure in un momento così particolare, i ragazzi hanno risposto con entusiasmo e maturità: "Sono partiti carichi, desiderosi di vivere un’esperienza forte. La canonizzazione del giovane beato Carlo Acutis purtroppo non ci sarà, ma il senso profondo del viaggio rimane: partecipare da protagonisti a un evento straordinario per la Chiesa".
Per molti sarà il primo contatto diretto con un’esperienza ecclesiale così significativa: "È una possibilità unica – dice don Gabriele – per accendere nei ragazzi il fuoco della fede, per far germogliare uno sguardo di fiducia sul futuro, in un tempo in cui si parla spesso di crisi della fede tra i più giovani, forse anche a sproposito". Infine, un pensiero personale su cosa ha rappresentato Papa Francesco per lui, come sacerdote ed educatore: "Per me ha incarnato due parole fondamentali: fraternità e fratellanza. Credo siano queste le eredità più forti che lascia ai giovani, insieme alla sua capacità di parlare al cuore, senza mai smettere di essere empatico".