Mentre la stagione sciistica 202223 volge al termine, sul Cimone si sono individuate le priorità per il futuro, anche innovative per contrastare i cambiamenti climatici. "Occorre investire sugli invasi dei bacini d’acqua per l’innevamento programmato -dice Luciano Magnani, presidente del Consorzio Cimone- e stiamo lavorando affinché, quando la neve poi si scioglierà, l’acqua possa fare ritorno nelle falde e nei laghetti del Cimone. E pensiamo anche al ripristino delle piste con semina meccanica per produrre foraggio e manto erboso per tutte i greggi di pecore che ospitiamo nel nostro comprensorio, sempre più Green".
Una progettazione avveniristica che risolverebbe varie problematiche ambientali emerse negli ultimi anni, dalla eventuale scarsità di neve naturale e dalla necessità di tenere bel alimentate le falde acquifere nei mesi di primavera-estate. Intanto la stagione dello sci potrebbe non essere terminata ieri con la chiusura del periodo pasquale. Le previsioni meteo infatti indicano, dopo due giorni tiepidi, il ritorno di freddo e neve da giovedì a sabato. "Aspettiamo quindi -dice Luciano Magnani- a dire che la stagione sciistica è terminata, perché vogliamo valutare la possibilità di alcune aperture a Passo del Lupo anche nel prossino fine settimana, dopo le buone presenze di questo periodo di Pasqua". "Davvero belle piste -commentavano ieri gli sciatori, anche ai microfoni Rai- con buone condizioni meteo per lo sci: peccato aver perso le discese per Natale, ma ci stiamo almeno rifacendo per le feste di Pasqua".
"Aspettiamo dunque a chiudere i conti del bilancio stagionale -riprende Magnani- ma di certo non si è potuto recuperare la perdita del periodo natalizio: causa la tardiva apertura delle piste al 20 gennaio il bilancio sarà negativo almeno del 30%. Ma abbiamo comunque dimostrato che l’economia invernale della montagna non ha alternative occupazionali e turistiche al settore neve. Pertanto -prosegue Magnani- non ci fermiamo e programmiamo nuovi investimenti per adeguarci ai cambiamenti climatici ed assicurare una salvaguardia al settore occupazionale appenninico. Puntare sugli invasi per potenziare la neve programmata, con rientro delle acque in falde e laghetti, sarà davvero fondamentale per il nostro futuro".
g.p.