"Il nostro ufficio è l’automobile Il rifornimento ci taglia lo stipendio"

Gli agenti di commercio chiedono più sostegni, Govi (Fnaarc): "Perderemo fino a 8mila euro di fatturato"

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di Vincenzo Malara

Il salasso dei carburanti mette in ginocchio anche gli agenti di commercio, categoria che vive l’auto come un vero e proprio ufficio mobile. Il taglio (temporaneo) sulle accise deciso dal Governo non basta e la categoria chiede ad alta voce misure più concrete e ad ampio raggio per arginare tutta una serie di difficoltà iniziate con la pandemia. Si fa portavoce di una situazione preoccupante Davide Govi, presidente provinciale di Fnaarc-Confcommercio, il principale sindacato nazionale degli Agenti e dei Rappresentanti di Commercio,che nel modenese conta oltre 3mila operatori.

In che quadro vi state muovendo?

"Veniamo da due anni disastrosi durante i quali abbiamo perso tra il 30 ed il 50% del fatturato. I ristori del governo sono stati insufficienti e spesso non abbiamo potuto lavorare proprio per l’impossibilità di accedere alle aziende nostre clienti e le limitazioni agli spostamenti. Speravamo il peggio fosse alle spalle, ma invece…".

Quanto sta influendo il caro-benzina sulla vostra attività?

"Con l’inizio dell’anno cominciavamo a vedere la luce in fondo al tunnel, ma l’esplosione del costo del carburante causato dalla guerra in Ucraina, rischia di determinare la definitiva uscita dal mercato di tanti agenti di commercio: il nostro ufficio è l’auto, con una media annua di oltre 60mila chilometri percorsi e in media perderemo tra 4 e 8 mila euro di fatturato solo per la benzina. Adesso, poi, per alcuni settori, come quello alimentare, ceramico o metallurgico, la situazione è drammatica perché, anche per via delle tensioni internazionali, scarseggiano le materie prime".

Oltre all’aumento dei carburanti, il conflitto tra Russia e Ucraina penalizza gli affari di tante attività economiche. In che modo vi riguarda da vicino?

"Va considerato che la guerra, di cui non si intravede a breve una soluzione, ha nuovamente sterilizzato e depresso i consumi, con un impatto devastante sulla redditività di negozi e ristoranti: i nostri margini si assottigliano dunque anche per la diminuzione delle vendite di queste attività commerciali. Lavorando meno loro, lavoriamo meno noi, si tratta di conseguenze concatenate".

Quali soluzioni potrebbero farvi tirare il fiato?

"Servono misure urgenti di sostegno alla categoria che intermedia il 70% del Pil, a partire da un ulteriore taglio delle accise sul carburante, che non sia limitato a un solo periodo. Inoltre, vanno attualizzati i parametri fiscali di deducibilità dell’acquisto dell’auto perché il tetto attuale non ci consente di poter investire adeguatamente per rispondere a pieno alle nostre esigenze: dalla maggior sicurezza dell’autovettura, alle nuove tecnologie green".