Il pm Mazzei lascia la Procura dopo 28 anni

Il magistrato ha già preso servizio a Venezia. Ha risolto omicidi e portato avanti prestigiose indagini per corruzione, reati fiscali e ambientali

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di Valentina Beltrame

La Procura di Modena perde uno dei suoi pilastri. Dopo 28 anni di indagini e processi il pm Pasquale Mazzei passa alla Procura generale di Venezia, dove ha già preso servizio. Una prestigiosa svolta in una carriera iniziata nel 1994, durante la quale il magistrato di origine campane ma trapiantato a Modena ha portato avanti importanti inchieste finite anche sulle cronache nazionali. L’esordio con la prima nomina alla Procura circondariale, dove si occupò in modo particolare di reati ambientali ed edilizi, nonché di infortuni sul lavoro. Poi l’importante esperienza di due anni in Sicilia (l’unico distacco da Modena) alla Procura generale di Caltanissetta dove Mazzei ha sostenuto processi anche di criminalità organizzata. Il rientro in corso Canalgrande lo ha visto portare avanti inchieste su reati contro la pubblica amministrazione, colpe mediche, reati fiscali e bancarotte: rilevante l’indagine e il relativo processo sul crack Nadini spa (un ‘buco’ da 200 miliardi di lire) che portò alla condanna a oltre 7 anni del dominus Giacomo Bizzini, confermata in Cassazione.

Mazzei si è occupato di reati contro la persona e omicidi, sostenendo anche l’accusa nei confronti del padre (condannato all’ergastolo) e del fratello di Nosheen, la ragazza pakistana picchiata brutalmente a Novi di Modena per aver rifiutato il matrimonio combinato mentre la madre veniva uccisa. E poi ancora la misteriosa scomparsa di Paola Landini risolta nel 2021 con il ritrovamento del corpo nei boschi della zona di Sassuolo. Mazzei salì alla ribalta – suo malgrado vista la proverbiale riservatezza – anche per il caso Riccò, il ciclista di Formigine poi radiato dalla giustizia sportiva per doping.

Ma sono le indagini per reati fiscali con sequestri ingenti di profitto e le inchieste in materia di responsabilità delle persone giuridiche quelle che hanno impegnato di più il magistrato, che negli anni ha ‘scovato’ episodi di corruzione in enti pubblici e sanitari; e scoperto traffici di rifiuti pericolosi in mano ad aziende del territorio. E poi ancora inchieste su droga e prostituzione, con un ‘ritorno’ al crimine organizzato quando è stato di recente applicato alla Dda di Bologna nell’ambito delle indagini sul clan dei casalesi, che videro protagonisti nel Modenese i capizona Alfondo Perrone e Sigismondo Di Puorto per estorsioni aggravate dal metodo mafioso (un episodio vide anche la condanna di un avvocato modenese).

Di recente, Mazzei ha indagato sul caso della giovane mamma di Maranello uccisa da un intervento estetico abusivo, procedimento definito con con il patteggiamento della responsabile e su quello che ha scosso l’intera comunità di Soliera: la baby sitter che ha gettato dalla finestra il bimbo di un anno che accudiva. Il procedimento per tentato omicidio è in corso.

Profondo conoscitore della realtà modenese, il pm Mazzei non ha mai rilasciato interviste, neanche quando i tempi lo permettevano. Si è fatto apprezzare, oltre che tra i colleghi inquirenti e giudicanti, anche tra i tantissimi avvocati modenesi che lo hanno incontrato negli anni, nonché dalle forze di polizia con le quali ha portato avanti con rigore innumerevoli indagini che lo collocano tra i magistrati che più hanno connotato l’azione della Procura di Modena.