
Protagonista nel ruolo di Madame, Eva Robin’s, icona transgender nel panorama teatrale, durante una scena de ’Le serve’
‘Le Serve’, uno dei capolavori teatrali di Jean Genet, andrà in scena stasera alle 21 all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola, nell’ambito della stagione a cura di ATER Fondazione. Protagonista, nel ruolo di Madame, Eva Robin’s, icona transgender nel panorama teatrale, con la regia di Veronica Cruciani.
Eva, chi ci sarà sul palcoscenico?
"La storia scritta da Genet, ispirata da un reale fatto di cronaca degli anni Trenta, è quella di due cameriere, che allo stesso tempo amano e odiano la loro padrona, Madame. Genet presenta le due sorelle, Solange e Clare, nella loro vita quotidiana, fra fantasia e realtà, fra delirio immaginato e vero, in un rituale che è l’incarnazione della frustrazione: l’azione di uccidere l’oggetto amato ed invidiato, viene ripetuta all’infinito come un gioco che, tuttavia, non raggiunge mai il suo apice, in quanto la messa in scena che le due sorelle compiono viene continuamente interrotta dall’arrivo della padrona. Fino ad un tragico punto di non ritorno. Veronica Cruciani ambienta la vicenda in una città contemporanea, valorizzando i temi del potere e del genere".
Tra i protagonisti c’è anche il ‘potere’?
"Sì, ma il potere quello che non si raggiunge".
Per lei il potere è maschile o femminile?
"Dipende, da chi se ne impossessa e lo esercita. Avrebbe più caratteristiche maschili, altrimenti sarebbe ‘la potera’, ma reputo che se in passato il potere femminile era più sotterraneo, oggi le donne lottano apertamente e libere con una forza temibile per gli uomini.
In Madame c’è qualcosa della sua idea di libertà?
"La ‘Signora’ non ha libertà, è prigioniera di un sentimento per il monsieur. Per me la libertà ha un’altra sfaccettatura: sono libera perché sono ancora su un palco e questo mi dà visibilità a prescindere dal passare del tempo. E lo sono in quanto dopo avere incarnato sul palcoscenico qualcuno di potente, smesso quei panni, torno ad essere me stessa, una persona che vive la sua normale quotidianità".
La visibilità non le piace?
"Ho raggiunto il successo con la televisione agli inizi degli anni Novanta, poi ho capito che la visibilità non faceva per me. Il teatro, invece mi consente di lavorare ma al tempo stesso essere un po’ ‘invisibile’, ma proseguo comunque nella mia attività trasversale. Al cinema recito in due film, in uscita, ‘L’oro del Reno’, che rappresenterà l’Italia nel concorso dell’International Film Festival di Rotterdam e ‘Il rapimento di Arabella’, dove reciterò a fianco di Benedetta Porcaroli".